Frammenti di geologia urbana: le ooliti/pisoliti nei travertini dell’isola Tiberina
Agli osservatori attenti o ai più curiosi può capitare di notare alcuni dettagli su aspetti interessanti di fenomeni geologici anche durante le passeggiate nelle città. Proviamo qui a raccontarne un esempio, a partire da una fotografia.
Trovandosi a Roma e, in questo caso, passeggiando lungo gli argini dell’Isola Tiberina, guardando a terra ed osservando la pavimentazione in travertino può capitare di notare particolari concrezioni sferiche come quelle mostrate nella foto.
Il travertino è una roccia sedimentaria calcarea (ovvero costituita prevalentemente da carbonato di calcio – CaCO3) ed è ampiamente usato fin dall’antichità come materiale da costruzione e come pietra da rivestimento per la sua alta resistenza meccanica, la facile lavorabilità e la resistenza agli agenti atmosferici.
Il nome travertino deriva dal latino: i romani chiamavano la pietra ornamentale nella pianura sottostante Tivoli lapis tiburtinus, con riferimento alla denominazione dell’area di Tivoli nell’età tardo-imperiale. L’area è oggi nota come Bacino delle Acque Albule ed è sede preferenziale di una importante circolazione di fluidi ricchi in anidride carbonica (CO2).
Da molte osservazioni sperimentali effettuate in Italia centrale è noto infatti che il principale componente delle emissioni gassose provenienti dall’interno della Terra è l’anidride carbonica (ne abbiamo trattato in questo precedente post).
Le concrezioni sferiche che notiamo in foto sono note come ooliti (quelle con dimensioni < 2 mm) e pisoliti (quelle più grandi), note anche come “perle di grotta”.
Le ooliti/pisoliti sono concrezioni di forma sferica che si formano per accrescimento attorno ad un nucleo solido, per esempio un granello di sabbia, un frammento vegetale o un guscio. Si originano in piccole vasche con acqua in movimento: per formarsi hanno bisogno di turbolenza che agiti i grani, di acque relativamente calde e sovrassature in CaCO3. In una vaschetta con acqua in movimento la turbolenza impedisce ai nuclei piccoli di depositarsi, per cui le ooliti/pisoliti continuano a formarsi fintanto che l’acqua le tiene in moto impedendo loro di saldarsi al fondo. Le loro dimensioni minime e massime sono determinate dall’energia cinetica dell’acqua.
Nella foto, che rappresenta una sezione di un blocco di travertino ed in cui un ago di conifera al centro dell’immagine fornisce un riferimento di scala, sono ben evidenti stratificazioni con numerose ooliti e varie grandi pisoliti, in cui sono ben visibili i gusci concentrici di accrescimento, formatesi in antiche vaschette di circolazione del fluido .
Foto di L. Sagnotti