Lancio del satellite ACE

Per studiare da vicino particelle energetiche di varia natura che investono la Terra, il 25 agosto 1997 la NASA ha lanciato il satellite artificiale ACE.

Il satellite, noto anche come Advanced Composition Explorer o Explorer 71 e decollato su un razzo Delta II, è parte del programma Explorer. Partito dal Kennedy Space Center a Cape Canaveral in Florida, la missione ha lo scopo di osservare particelle di origine solare, interplanetaria, interstellare e galattica o altre fonti.

La Terra è colpita da particelle energetiche come ioni del vento solare o nuclei dei raggi cosmici galattici. Lo studio della varia natura di queste particelle aiuta alla comprensione della formazione ed evoluzione del Sistema Solare nonché ai processi astrofisici coinvolti. 

Su ACE infatti sono presenti sei sensori ad alta risoluzione nonché strumenti di monitoraggio per rilevare le diverse tipologie di particelle energetiche. Il potere risolutivo di raccolta dati è dalle 10 alle 1000 volte maggiore rispetto agli esperimenti precedenti.
Dopo quattro mesi dal lancio, il veicolo spaziale ha raggiunto la posizione ottimale per effettuare le osservazioni di interesse per la missione. Dal 12 dicembre 1997 ACE si trova ad una distanza di circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, tra il Sole e la Terra dove le osservazioni non sono influenzate dal campo magnetico terrestre. Grazie al bilanciamento tra forza centripeta e attrazione gravitazionale del Sole e della Terra l’orbita del satellite è stabile. Questa è una buona posizione da cui monitorare da vicino la nostra stella. Infatti il flusso costante di particelle espulse dal Sole che costituiscono il vento solare, investono la posizione di ACE fino a un’ora prima di raggiungere la Terra.

Il veicolo spaziale è stato dichiarato operativo il 21 gennaio 1998. Ad eccezione di uno strumento non più funzionante dal 4 febbraio 2004, tutti gli altri rimangono operativi.  La prosecuzione della missione potrebbe teoricamente proseguire fino al 2024, propellente permettendo.

ACE è stato a lungo l’avanguardia della Terra per ottenere informazioni sul vento solare e campo magnetico. Fornisce informazioni in tempo utile per la previsioni della meteorologia spaziale quasi in tempo reale. Ad esempio rileva, quasi un ora prima, l’innescarsi  di attività intensa sulla superficie della nostra stella come le tempeste solari. Queste possono indurre perturbazioni nello spazio circostante la Terra provocando vari fenomeni tra cui le affascinanti aurore polari. Questi fenomeni sono causa anche di disturbi sulle comunicazioni radio e sulla navigazione satellitare nonché rappresentano un pericolo per gli astronauti nella stazione spaziale.

Se oggi conosciamo meglio la nostra stella, lo dobbiamo anche alle osservazioni ravvicinate acquisite dal veicolo spaziale ACE.


a cura di Maria Di Nezza