Profezie e luci nel cielo: l’aurora di Fatima nel 1938

La notte tra il 25 e 26 gennaio del 1938 i cieli di mezzo mondo si accesero con le luci di una brillante aurora polare, un evento che qualcuno ricondusse a una delle famose profezie di Fatima 

di Lili Cafarella

La tempesta geomagnetica del 25-26 gennaio del 1938, nota anche come la Tempesta di Fátima, è stata innescata da un’eccezionale attività solare che si è verificata dal 16 al 26 gennaio, con un culmine registrato nei giorni 22, 25 e 26 gennaio.

Quell’anno, all’interno del 17° ciclo solare, fu caratterizzato da una considerevole attività magnetica solare. Gli eventi che si verificarono in quel periodo ebbero particolare eco poiché l’umanità stava vivendo uno dei periodi più critici della storia globale. Questo evento per alcuni sembrò presagire il più drammatico di questi: la Seconda Guerra Mondiale.

Le profezie di Fatima

La tempesta non lasciò un impatto significativo sulla tecnologia di quell’epoca, ancora poco sviluppata. Tuttavia, durante i giorni di massima attività, la sua presenza si fece notare attraverso un’aurora polare spettacolare, visibile fino alle latitudini della Sicilia.

Il fenomeno luminoso, con la brillantezza del verde e un suggestivo bagliore rosso, si manifestò in molte località quella notte, generando diverse interpretazioni. Alcuni, colpiti dalla sua intensità, lo scambiarono erroneamente per un vasto incendio, mentre altri intravidero in quell’aurora un legame con una delle profezie di Fatima, da cui l’evento prese il nome. In particolare, alcuni affermarono che l’aurora del 25-26 gennaio avesse adempiuto alla profezia della monaca carmelitana suor Lúcia Santos: ventuno anni prima, Lúcia e i suoi due cugini avevano ricevuto da Maria la rivelazione di tre segreti, i quali sarebbero stati successivamente svelati. In particolare il secondo riguardava l‘inizio della Seconda Guerra Mondiale :

Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che questo è il grande segno che Dio vi dà che sta per punire il mondo per i suoi crimini… .” 

Le prime osservazioni

Come riporta la rivista Nature nel numero di aprile del 1938, il 15 gennaio il Royal Observatory Greenwich di Londra aveva osservato una grande macchia solare in una breve schiarita dalla copertura nuvolosa. Le dimensioni della macchia erano tali da coprire un’area di circa 3.000 milionesimi dell’emisfero solare, risultando la più grande mai osservata dall’inizio delle registrazioni, superando anche la macchia solare che aveva provocato la tempesta geomagnetica del maggio 1921 (considerata la macchia solare più grande mai osservata fino a quel momento).

Nei giorni successivi, il Sole aveva mostrato un’attività insolita legata proprio alla presenza di questa macchia, raggiungendo un picco tra il 24 e il 26 gennaio. Le ripercussioni sulla Terra si erano manifestate con una tempesta geomagnetica che ebbe inizio il 16 gennaio alle ore 22:30 GMT circa, come attestato dagli osservatori geomagnetici distribuiti in tutto il mondo. In realtà l’attività aveva avuto un incremento significativo già alcune ore prima, intorno alle 17:00, ma raggiunse il livello critico tra le 20:00 e le 21:30. L’evento terminò intorno alle 03:00 del mattino di 10 giorni dopo, il 26 gennaio, quando la situazione tornò alla normalità.

Gli osservatori magnetici di tutto il mondo avevano registrato il disturbo. In Italia era attivo l’osservatorio geomagnetico di Castellaccio (GE) che registrava le variazioni della declinazione D e della componente orizzontale H del campo magnetico terrestre. Dai valori di quest’ultima è evidente l’impulso magnetico dovuto all’arrivo delle particelle solari sul nostro pianeta, alla fine del giorno 16. All’impulso segue una attività magnetica elevata che raggiunge valori molto bassi proprio nella notte tra il 25 e 26 gennaio.

Gli effetti

 L’attività fu così intensa che lo spettacolo di luci fu osservato in tutto il mondo, come risulta da molte testimonianze dell’epoca. L‘aurora fu vista chiaramente in tutta Europa, da Londra alle coste della Normandia e all’Olanda, in Belgio, Svizzera, Baviera, Austria, Europa centrale e sud-orientale, Spagna, Gibilterra, Nord Africa e Grecia.

Il suggestivo fenomeno luminoso non si limitò all’Europa. Si manifestò infatti anche negli Stati Uniti, in Canada e alle Bermuda, nel Nord Atlantico al largo della Carolina. Nei Paesi Bassi si attendeva l’imminente nascita della piccola principessa Beatrice. La piccola vide la luce il 31 gennaio 1938 e gli olandesi considerarono l’aurora come un ottimo auspicio per la neonata.

Non ci furono, per fortuna, grossi danni o effetti significativi sulla rete elettrica solo perché a quel tempo la tecnologia non era ancora molto sviluppata. In ogni caso qualcuno segnalò delle anomalie: in Canada la trasmissione delle onde radio corte fu interrotta per 12 ore. Le telescriventi subirono disturbi elettrici e furono inutilizzabili per la durata della tempesta. Ci furono notevoli interferenze nelle comunicazioni telegrafiche, telefoniche e radio, con particolare impatto sulle trasmissioni in onde corte. Gli strumenti di navigazione andarono fuori uso.

In Italia l’equipaggio della squadriglia dei Sorci Verdi, un vanto dell’Ala fascista dell’epoca, ha documentato i dettagli di questo fenomeno nei giornali di bordo. Durante quei giorni infatti, i tre aerei della squadriglia erano coinvolti nella trasvolata oceanica intercontinentale Roma – Dakar – Rio de Janeiro. Bruno Mussolini, figlio del Duce, pilotando il suo aereo, segnalò le difficoltà di contattare la stazione radio di Guidonia e di effettuare i rilevamenti radiogoniometrici con il sestante.

Immagine creata per INGVambiente dall’intelligenza artificiale DALL-E – Bing Image Creator 

L’aurora sui giornali

Molti giornali dell’epoca, inclusi il Corriere della Sera e La Stampa, riportarono ampiamente l’evento, sottolineando la sua maestosità:

“Un aurora boreale sull’Italia. Segnalazioni da tutti i centri della Valle Padana e da numerose città straniere. Si tratterebbe di un’ aurora polare eccezionalmente alta e luminosa che si sarebbe riverberata sino al nostro orizzonte”

L’aurora nell’arte

Come successo in altre occasioni, anche in questo caso l’aurora colpì la sensibilità di vari artisti. Ne è un esempio il quadro di Luigi Russolo, eseguito proprio nel 1938. Russolo con Balla, Boccioni, Carrà e Severini, è uno dei firmatari del celebre Manifesto tecnico della pittura futurista.

Aurora boreale, Luigi Russolo, olio su tela, 1938

 

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