Onda su onda: la radio

L’Assemblea Generale dell’ ONU ha riconosciuto l’importanza della radio istituendo oggi, nel 2012, il World Radio Day (WRD)

di Enrico Zuccheretti

La radio è ormai nelle nostre vite da oltre cento anni. Nonostante l’avvento di nuove tecnologie per la comunicazione essa ha ancora un ruolo di rilievo nella nostra società.

Anche L’Assemblea Generale dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) ne ha riconosciuto l’importanza istituendo, nel 2012, il World Radio Day (WRD). Il 13 febbraio, con un tema diverso ogni anno, si celebra questo mezzo di comunicazione.

Ma perché proprio il 13 febbraio?

Perché il 13 febbraio del 1946 andò in onda la prima trasmissione radio ONU con il seguente messaggio vocale: “Qui, sono le Nazioni Unite che parlano ai popoli di tutto il mondo.”

Nel 2011 anche la Conferenza Generale dell’UNESCO riconobbe l’importanza di quel primo messaggio e della radio come mezzo di unificazione dei popoli della Terra.

Gli obiettivi del WRD sono principalmente quelli di sensibilizzare il pubblico e i media sull’importanza della radio, nonché di incoraggiare i governi a stabilire e fornire l’accesso alle informazioni attraverso la radio, a migliorare il networking e la cooperazione internazionale tra le emittenti.

Ogni anno, in occasione del WRD, l’UNESCO offre alle stazioni radio materiale privo di copyright e suggerisce alcune idee che le stazioni radio potrebbero includere, nei loro palinsesti, seguendo i temi annuali decisi dal Comitato WRD.

Quando è nata la radio?

Come tutte le grandi intuizioni che hanno rivoluzionato la nostra vita anche quella della radio non è appannaggio di una sola persona. L’invenzione della radio è legata almeno a due nomi: l’italiano autodidatta Guglielmo Marconi e il fisico russo Aleksandr Stepanovič Popov. Entrambi, negli stessi anni, lavorarono, indipendentemente, alla realizzazione e messa a punto di un sistema in grado di inviare e ricevere segnali radio a distanza.

Il primo a costruire un ricevitore per captare le onde radio che circolano liberamente nell’aria è stato Popov, tra il 1895 e il 1896. Egli si era concentrato sulla propagazione delle onde radio derivanti da disturbi elettrici atmosferici ideando, a tale scopo, un dispositivo per rilevare temporali fino ad a una distanza di 50 chilometri. Tale dispositivo era pensato per essere utilizzato anche per la ricezione di segnali da fonte artificiale.

Tuttavia si ritiene che il regime di stretta segretezza a cui Popov era vincolato, lavorando per la Marina russa, gli abbia impedito di divulgare i risultati dei suoi esperimenti e quindi di essere riconosciuto a livello internazionale come il primo vero inventore della radio.

Nel marzo 1896 Popov riuscì a trasmettere un breve messaggio Morse sulla distanza di 250 m. Ma il 5 marzo 1896, anticipando l’esperimento di Popov di pochi giorni, Marconi presentò, in Inghilterra, la prima richiesta provvisoria di brevetto, con il numero 5028 e con il titolo “Miglioramenti nella telegrafia e relativi apparati“.

Lettera di risposta alla presentazione di brevetto provvisorio: la domanda era stata accettata

Successivamente, il 2 giugno 1896, Marconi depositò all’Ufficio Brevetti di Londra una domanda definitiva per un sistema di telegrafia senza fili dal titolo “Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi” ottenendo il brevetto il 2 luglio 1897 con il numero 12039.

Ricevuta della presentazione di brevetto 12039 del 2 giugno 1896

 

Intestazione del brevetto rilasciato il 2 luglio 1897. (Courtesy of European Patent Office)

È probabile che negli stessi anni vennero fatti progressi sull’argomento anche da altri scienziati come, ad esempio, Nicola TeslaIl geniale inventore serbo, naturalizzato americano, contende la paternità della radio a Marconi, almeno secondo i suoi sostenitori statunitensi. Sembra infatti che l’inventore italiano avesse usato molti dei brevetti di Tesla per realizzare il telegrafo senza fili da cui la radio direttamente discende.

La prima trasmissione transoceanica

Comunque sia andata, Marconi continuò a perfezionare i suoi apparati fino a che, il 12 dicembre 1901, riuscì a effettuare la prima trasmissione e ricezione di un segnale radio transoceanico. Il messaggio, i tre punti della lettera S del codice Morse, trasmesso da Poldhu, in Cornovaglia, Inghilterra, venne ricevuto sull’isola canadese di Terranova dove Marconi e i suoi assistenti Kemp e Paget erano in ascolto.

Un viaggio di oltre 3000 km che segna una nuova era nelle telecomunicazioni!

Ecco le parole dello stesso Marconi mentre rievoca quel successo straordinario.

Marconi valutò che per il successo della trasmissione fossero  necessarie 2 antenne con diversa struttura. Il trasmettitore, a Poldhu, si avvalse di una antenna multifilare sorretta da quattro torri da 50 m l’una, mentre il ricevitore, a St. John di Terranova, era collegato ad una antenna filare tenuta a circa 120 m dal suolo da un aquilone.

Ricostruzione dell’impianto di antenna presente a Poldhu. Affinché il segnale potesse coprire una distanza così grande, l’antenna che lo irradiava doveva essere molto più complessa e robusta, come si può vedere dall’immagine. (Courtesy of Marconi’s Wireless Telegraph Company).

 

Disegno dell’antenna ricevente (Courtesy of Marconi’s Wireless Telegraph Company). Per la ricezione del segnale Marconi valutò (correttamente) che un semplice filo, seppure molto lungo, potesse bastare.

Pur alla luce degli evidenti successi, Marconi non cessò di sperimentare per rendere la sua invenzione sempre più affidabile e competitiva rispetto alla telegrafia tradizionale che, per diversi anni, continuò a essere preferita per rapidità e affidabilità. La telegrafia senza fili, tuttavia, trovò immediatamente notevoli applicazioni navali: è l’unico strumento che consente la comunicazione tra imbarcazioni tra loro e con stazioni a terraL’utilità del radio soccorso in mare si dimostrò già il 23 gennaio del 1909 quando portò al salvataggio di 1700 passeggeri del transatlantico statunitense “Republic, speronato piroscafo italiano “Florida”.

Nel 1912, inoltre, nell’affondamento del Titanic, per la prima volta, fu usato il messaggio SOS tramite il telegrafo senza fili.

Il 10 dicembre 1909 a Stoccolma Guglielmo Marconi fu il primo italiano a ricevere il Premio Nobel per la fisica, condiviso con il tedesco Carl Ferdinand Braun, con la seguente motivazione “in riconoscimento del loro contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili”.


 

Scopri di più da INGVambiente

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading