Il riscaldamento globale

di Daniele Melini e Spina Cianetti

La Scienza

L’uso dei combustibili fossili, le attività industriali, l’agricoltura e l’allevamento intensivo rilasciano grandi quantità di gas serra nell’atmosfera terrestre, aumentando la sua capacità di trattenere il calore ricevuto dal sole. L’effetto serra, il delicato termostato che regola naturalmente la temperatura del nostro pianeta, si altera. L’energia dispersa dalla Terra nello spazio diventa leggermente inferiore a quella ricevuta dal sole, creando un disequilibrio nel sistema climatico: secondo le stime attuali, ogni metro quadro di superficie terrestre riceve dal sole quasi 1W di energia in più rispetto a quella che riesce a disperdere. Questo calore in eccesso, che rimane all’interno dell’atmosfera, fa aumentare la sua temperatura fino a raggiungere di un nuovo punto di equilibrio.

Lo dimostrano le misure registrate dalle reti globali di stazioni meteorologiche: nell’ultimo secolo, la temperatura media della Terra è aumentata di quasi 1°C rispetto al periodo 1951-1980, e di quasi 1.5°C rispetto all’era preindustriale. Non solo: i 10 anni più caldi da quando si eseguono le misure si sono verificati  tutti dal 2005 ad oggi; al primo posto, a pari merito, ci sono il 2016 e il 2020, seguiti dal 2019 e dal 2017. 

Ma cosa è successo nella storia del nostro pianeta? Le temperature nel passato sono variate per cause naturali? La risposta si può trovare studiando alcuni indicatori indiretti: per esempio come sono cresciuti nel tempo i ghiacciai dell’Antartide, o alcune caratteristiche di organismi vissuti nel passato e rimaste impresse nei fossili.

Se analizziamo gli ultimi 2000 anni, vediamo che le temperature medie sono rimaste sostanzialmente stabili fino all’anno 1000, con piccole oscillazioni di pochi decimi di grado nell’arco di centinaia di anni. Poi, fra il XVI e il XVIII secolo, c’è stato un progressivo raffreddamento chiamato piccola era glaciale, particolarmente marcato nell’emisfero nord: i grandi ghiacciai hanno ripreso la loro avanzata e le temperature medie sono diminuite di 0.2 – 0.3°C.

L’Europa in questo periodo ha vissuto inverni particolarmente rigidi, immortalati nei paesaggi ghiacciati dipinti dai pittori fiamminghi, con gravi conseguenze sulla produzione agricola. Nel 1816 l’esplosione del vulcano Tambora, in Indonesia, ha lanciato negli strati alti dell’atmosfera una grande quantità di polveri sottili che hanno schermato parte dei raggi del sole, abbassando ulteriormente le temperature: durante quell’anno cupo e piovoso, passato alla storia come l’anno senza estate, Mary Shelley trovò l’ispirazione per scrivere il romanzo Frankenstein.

 Con la rivoluzione industriale, però, tutte le ricostruzioni paleoclimatiche mettono in evidenza un cambiamento profondo. Le temperature non oscillano più lentamente di uno o due decimi di grado ma si impennano e salgono senza esitazione di oltre un grado e mezzo in meno di duecento anni: un aumento che per velocità e consistenza non ha precedenti nella storia del pianeta e che non può essere spiegato con nessun fenomeno naturale.

L’Arte

Giulia Gambuzza – Minaccia all’equilibrio

Acrilico su tela

Il dipinto è ispirato alla curva di variazione della temperatura media globale dal 1880 al 2020. L’esigenza comunicativa dell’artista è quella di trasmettere l’emergenza relativa ai drastici cambiamenti che il nostro mondo ha subito negli ultimi secoli. L’emergenza climatica  viene qui rappresentata dal sole che si impone sul paesaggio come una grossa sfera infuocata. Le azioni umane pongono una minaccia sul paesaggio equilibrato, dominato dai cicli lunari, simbolo di cambiamento ed equilibrio, nella parte inferiore dell’opera.

Sara Orrù – Burning up

Acrilico su tela

Un albero con le sembianze di una donna, che rappresenta Madre Natura, brucia impassibile. L’albero è in fin di vita a causa degli incendi provocati dall’uomo e dovuti ai notevoli cambiamenti climatici che osserviamo negli ultimi anni: Madre Natura soffre per colpa delle azioni dell’uomo. La sofferenza è trasmessa con l’uso dei colori del fuoco in contrasto con il nero del fumo e della cenere. Il dipinto trae ispirazione dagli incendi avvenuti in Australia nel gennaio 2020, che hanno bruciato circa 19 milioni di ettari, rilasciando 900 milioni di tonnellate di anidride carbonica, e ucciso circa 3 miliardi di animali, di cui 143 milioni di mammiferi tra i quali i koala (dati tratti dalle pubblicazioni del WWF).

Rebecca Radicchi – On fire

Disegno digitale

L’opera rappresenta simbolicamente un bosco in fiamme in primo piano, con il fuoco che divora alberi dalle forme esili e scarne: una giovane foresta trova la morte ancor prima di essere cresciuta. Le fiamme delineano la sagoma di un cervo urlante avvolto nell’incendio, simbolo di tutta la fauna in via di estinzione. Il rischio che simili catastrofi si ripetano come causa diretta o indiretta delle attività umane ci deve far riflettere seriamente sull’importanza delle azioni di mitigazione e della sensibilizzazione sui temi dell’emergenza climatica..

Laura Sanna – Global Warming

Disegno Digitale

Una città è sommersa dal mare a causa del riscaldamento globale. Insieme agli edifici, svetta un termometro quasi incandescente a ricordare che stiamo facendo le scelte sbagliate. Un sole caldo e deformato sovrasta il paesaggio racchiuso in una grande clessidra che denuncia lo scorrere inevitabile del tempo e, con esso, l’incombere del riscaldamento globale con le sue rovinose conseguenze per le nostre città e il nostro pianeta.

Giulia Pia D’Onofrio – Denial

Acrilico su tela

Un bosco avvolto dalle fiamme fa da sfondo a due manifesti: il primo mostra una manifestazione di protesta, mentre l’altro rappresenta un volantino pubblicitario di un’ipotetica campagna presidenziale. In entrambe le illustrazioni i soggetti rappresentati negano l’esistenza del cambiamento climatico oppure tentano di sminuirlo ed ignorarlo. Tuttavia, sono proprio gli anni passati a mentire a noi stessi e a ignorare i problemi dell’ambiente che ci hanno portato dove siamo adesso: se vogliamo ancora un futuro non possiamo più continuare a voltarci dall’altra parte, motivo per cui l’incendio rappresentato sullo sfondo si sposta e brucia parte delle illustrazioni, reclamando il suo posto in primo piano.

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