Clima ed Ecosistemi

La scienza

Gli ecosistemi terrestri si fondano su un delicato equilibrio fra habitat naturali, fenomeni fisici e organismi biologici. I cambiamenti climatici minano questi equilibri alle fondamenta, mettendo a rischio l’esistenza di specie animali e vegetali e compromettendo le basi di intere catene alimentari.

GLI OCEANI E GLI HABITAT MARINI

Gli oceani assorbono circa un terzo delle emissioni di anidride carbonica prodotte dall’uso dei combustibili fossili. Se da un lato questo effetto mitiga l’impatto delle emissioni antropiche sull’effetto serra, dall’altro l’aumento della quantità di anidride carbonica disciolta nelle acque ne provoca una variazione del pH, rendendole sempre più acide. Acque marine più acide corrodono i carbonati di calcio usati dai molluschi e dai crostacei per costruire conchiglie e scheletri, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie ittiche che si cibano di questi organismi.

Anche l’aumento delle temperature degli oceani ha un impatto devastante sugli habitat marini, riducendo la disponibilità di sostanze nutrienti e provocando la migrazione di molte specie animali verso latitudini più elevate, in cerca di acque più fresche. In questo modo, intere zone di pesca potrebbero spostarsi verso i poli in un futuro prossimo, riducendo la disponibilità di cibo e rischiando di innescare migrazioni di massa e conflitti. Le grandi barriere coralline soffrono in particolar modo l’aumento delle temperature, che provocano la morte dei microrganismi che vivono in simbiosi tra loro innescando un processo distruttivo noto come sbiancamento dei coralli.

GLI ECOSISTEMI COSTIERI

I cambiamenti climatici hanno un impatto devastante anche sul delicatissimo equilibrio fra terra e mare che si realizza negli ecosistemi costieri. L’aumento del livello dei mari può portare alla contaminazione salina delle falde acquifere, con effetti catastrofici sulle specie vegetali e sul rendimento dei terreni agricoli. Un livello del mare più alto, insieme alla riduzione della portata dei corsi d’acqua, può anche determinare la risalita delle acque salmastre lungo il corso dei fiumi (un fenomeno noto come cuneo salino): secondo una stima dell’ARPA Veneto e del Consorzio di Bonifica del Delta del Po, nei 50 anni dal 1950 al 2000 il cuneo salino è risalito dalla foce del Po per quasi 20 km nell’entroterra, mettendo a rischio gli habitat in cui nidificano moltissime specie di uccelli migratori e l’approvvigionamento di acqua dolce per i terreni agricoli.

LE REGIONI POLARI

Gli ecosistemi delle regioni polari sono particolarmente esposti agli effetti del riscaldamento globale, a causa di un complesso di fenomeni, noto come amplificazione artica, che rendono ancora più marcato l’aumento delle temperature in risposta alle emissioni di gas serra. Ad esempio, lo scioglimento del ghiaccio marino che copre il mar glaciale artico aumenta il potere di assorbimento del calore solare, poiché l’oceano non riflette la luce del sole come il ghiaccio (fenomeno noto come albedo). Inoltre, lo scioglimento del permafrost, il terreno ghiacciato caratteristico delle regioni artiche, rilascia nell’atmosfera grandissime quantità di gas serra intrappolati al suo interno. I cambiamenti climatici stanno mettendo seriamente a rischio la fauna e la flora artica: l’aumento delle temperature favorisce l’attecchimento di specie vegetali non autoctone; il cambiamento nel regime delle precipitazioni favorisce una neve più compatta nella quale gli animali non riescono più a scavare per procurarsi il cibo; la progressiva ritirata dei ghiacci marini, oltre a far scomparire l’habitat naturale di alcuni mammiferi, favorisce lo sfruttamento dei giacimenti di gas sottomarini del Mar Glaciale Artico nonché l’apertura di nuove rotte commerciali, aumentando l’inquinamento e il rischio di catastrofi ecologiche.

L’Arte

Chiara Zoccali – Resignation

Acquerelli

Una coppia di pinguini, o forse i loro spiriti, osserva un mondo ormai malato. I loro sguardi sono tristi e rassegnati, perché consapevoli di non potere nulla contro l’enorme cambiamento che sta stravolgendo il pianeta Terra, quello che era il nostro pianeta blu. La tecnica degli acquerelli permette di esprimere delicatezza e incisività, dando tenerezza e drammaticità alla scena. I pinguini sono gli animali adatti a rappresentare la dolcezza e la malinconia che l’artista vuole trasmettere a chi guarda. L’opera invita l’osservatore a riflettere sul proprio ruolo in questa situazione: tutti siamo coinvolti, tutti siamo responsabili, ma chi veramente fa qualcosa per realizzare un cambiamento?

Jacopo Muratori – Someone will suffer

Disegno digitale

La sopravvivenza delle tartarughe è strettamente legata alla temperatura dell’ambiente perché la temperatura di cova delle uova determina la nascita di maschi o femmine: l’innalzamento delle temperature determina la nascita di sole femmine; di conseguenza in un prossimo futuro la loro riproduzione potrebbe diventare impossibile.

Per rappresentare nel modo migliore l’estinzione delle tartarughe marine a causa dei cambiamenti climatici l’artista ha scelto di raffigurare una tartaruga che porta sul carapace una città e una foresta, prendendo ispirazione da antiche credenze secondo cui il mondo sarebbe stato sorretto da una tartaruga. Ma questa città emana gas, la foresta è in fiamme e la tartaruga è morente per i gas e la siccità, cioè contemporaneamente per le cause e gli effetti diretti dei cambiamenti climatici. I colori sono spenti e sbiaditi, per trasmettere il senso del dolore e della morte che non si limitano alle tartarughe ma interessano, in modalità diverse, e in forme dirette o indirette, tutti gli organismi viventi, sia animali che vegetali.

Marco Trovarelli – Ambra grigia

Disegno digitale

Questa illustrazione è ispirata dagli effetti dei cambiamenti climatici sulla fauna marina, nello specifico sulle megattere. Alcune megattere sono intente a proteggere il pianeta in cui vivono orbitandovi attorno, altre, sopraffatte dall’inquinamento, affondano nell’abisso oceanico, scelto come metafora per esprimere l’idea della morte e dell’estinzione. Il disegno è strutturato in maniera da suscitare un sentimento di forte sconforto: giganteschi animali sono ritratti totalmente impotenti dinnanzi al cambiamento del loro mondo. La scelta cromatica amplifica l’angoscia: una scala di grigi si diffonde incontrollata nel disegno inglobando e corrompendo tutto ciò che incontra nel proprio cammino. L’unico simbolo di speranza in questa oscurità è rappresentato dal cucciolo, che nuota ancora in superficie vicino ai raggi del sole a indicare che c’è ancora, anche se flebile, una speranza di salvezza.

Emiliano Ciotta – Without color it’s not life

Disegno digitale

Quest’opera affronta il tema dell’acidificazione degli oceani e dello sbiancamento delle barriere coralline dovuti all’aumento di CO2 disciolta nelle acque. Lo spazio è diviso in due da una diagonale che separa nettamente due condizioni diametralmente opposte: in basso è raffigurato un habitat marino rigoglioso, ricco di vita e di colore, nell’altro invece un ambiente colpito dallo sbiancamento e quindi realizzato con la totale assenza di colore. La linea divisoria è metaforica ma allo stesso tempo reale in quanto è sintesi grafica di dati scientifici sulla variazione nel tempo della quantità di CO2 negli oceani. Gli ecosistemi marini, che hanno visto nascere la vita su questo pianeta, stanno soffrendo ormai da tempo a causa delle conseguenze delle attività umane. Tutto nasce dall’acqua e tutto poi torna all’acqua, fatto che per anni l’uomo ha deciso di ignorare. L’opera è un invito a prendere, tutti, coscienza delle implicazioni delle nostre azioni, come specie ma anche a livello di singoli individui.

Simone Orecchia – Until we can stand

Disegno digitale

Quest’opera affronta il tema dello scioglimento dei ghiacciai. In prima istanza, da osservatori, tendiamo a immedesimarci con i pinguini e possiamo sentirci fragili e impotenti di fronte a quanto accade intorno a loro; tuttavia, poi, il nostro sguardo finisce per cadere sul dato reale: sul fatto, cioè, che noi siamo gli uomini e quindi i responsabili dei fenomeni che mettono a rischio la vita del nostro pianeta. L’intento dell’illustrazione è favorire questo cambiamento di punto di vista e con esso la coscienza che il futuro del pianeta è nelle nostre mani: siamo noi a poter limitare i danni e soprattutto invertire la rotta con azioni più consapevoli, dalle più piccole alle più importanti. 

L’opera rappresenta la personificazione di Madre Natura, simile a una montagna rigogliosa con la schiena in fiamme. Ella soffre per le azioni dell’uomo e insieme resiste tenacemente con un sorriso, nel tentativo di rassicurare e proteggere due pinguini isolati su un piccolo brandello di ghiaccio. Questi simboleggiano la fauna dei luoghi più freddi, oggi in difficoltà. I pinguini sono piccoli e fragili per evidenziare la grandezza di Madre Natura e al contempo quella delle fiamme, ovvero dei danni provocati dall’uomo, sulla via di inghiottire il nostro pianeta.

Gianmarco Albertazzi – M’ama o non m’ama?

Disegno digitale

L’idea alla base di quest’opera è una rappresentazione della siccità attraverso l’immagine di un pezzo di terra arido da cui spunta un fiore che, simbolicamente, contiene al suo interno il mondo; il fiore però sta perdendo i suoi petali a dimostrare che non ci rimane molto tempo per intervenire. L’uomo, che è protagonista attivo di questi avvenimenti, deve dimostrare l’amore per la Terra scegliendo di vivere in maniera rispettosa. L’acqua è la risorsa naturale più preziosa che abbiamo, ma l’aumento delle temperature sta portando questo pianeta al rischio di essere investito da periodi di siccità sempre più lunghi con conseguenze disastrose per l’ambiente e per tutti i viventi, uomo incluso. Il verde più chiaro e intenso dello stelo del fiore sottolinea una lieve speranza che consegue un atteggiamento corretto e rispettoso nei confronti dell’ambiente.

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