L’effetto serra

di Daniele Melini e Spina Cianetti

La Scienza

L’atmosfera terrestre è composta principalmente di ossigeno e azoto e, in quantità molto minore, da altri gas. Fra questi ce ne sono alcuni, chiamati gas serra, che hanno il potere di trattenere parte del calore proveniente dalla superficie del pianeta, calore che altrimenti verrebbe completamente disperso nello spazio. Il risultato è che l’atmosfera si riscalda come una coperta, e mantiene la superficie terrestre ad una temperatura adatta per la vita. Questo meccanismo naturale, presente anche in altri pianeti, è chiamato effetto serra.

I principali gas serra presenti nell’atmosfera terrestre sono l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), gli ossidi di azoto (NOx) ed il vapore acqueo (H2O). Quest’ultimo è l’unico a essere presente in quantità continuamente mutevole, con concentrazioni che oscillano fra lo 0 e il 3% in base ai cicli meteorologici di evaporazione e precipitazione. Gli altri gas serra invece sono presenti in quantità uniformi, sebbene molto piccole (meno dello 0,5 per mille). 

Tuttavia, anche se presenti in tracce, i gas serra contribuiscono in modo significativo a riscaldare la superficie terrestre: si stima che senza effetto serra la temperatura media del nostro pianeta sarebbe di -15°C, con un’escursione termica molto ampia fra giorno e notte. In queste condizioni non potrebbero esistere oceani liquidi e, quindi, nemmeno le forme di vita che conosciamo: la Terra non sarebbe un pianeta abitabile. 

Le eruzioni vulcaniche avvenute nel corso delle ere geologiche hanno plasmato l’atmosfera del nostro pianeta, rilasciando anche i gas serra. Oggi sappiamo che la loro concentrazione è variata per cause naturali nell’ultimo milione di anni, seguendo cicli climatici che coincidono con l’alternarsi delle ere glaciali e che sono dovuti a piccole variazioni dell’orbita terrestre.

Ma la rivoluzione industriale, alla fine del XVIII secolo, ha dato inizio a uno sfruttamento sempre più intenso dei combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) che, bruciando, liberano anidride carbonica nell’atmosfera. In tempi più recenti, il ricorso a tecniche di agricoltura ed allevamento intensivi ha avuto come conseguenza un aumento delle emissioni di metano.

Come conseguenza,  in 150 anni, la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre è aumentata del 30%, raggiungendo livelli mai registrati negli ultimi 3 milioni di anni. Le emissioni di gas serra dovute alle attività dell’uomo stanno cambiando la composizione dell’atmosfera a un ritmo velocissimo rispetto ai cambiamenti naturali che, nel corso delle ere geologiche, hanno determinato l’evoluzione del clima terrestre, portando il sistema climatico del nostro pianeta in una situazione di profondo squilibrio.


L' Arte

Matilde Mignone – Destruction

Matita su cartoncino

 

La figura di un uomo è parzialmente immersa nell’acqua. Il movimento dell’acqua prende la forma del grafico che rappresenta l’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera negli ultimi 800.000 anni. La figura mette in risalto la correlazione tra l’azione umana e i cambiamenti climatici. Il movimento dell’acqua vuole significare l’aumento del livello dei mari dovuto anche alla fusione dei ghiacciai, conseguenze del riscaldamento globale.

Erica Vaccarella – The Greenhouse effect

Acquerelli e pastelli

Un incendio, causato dalle intense temperature estive, lambisce una città industrializzata che si affaccia sul mare. L’osservatore vede il riflesso della realtà che lo circonda, capisce di essere il vero responsabile ed è forzato a riflettere sui comportamenti che hanno causato l’intensificazione dei fenomeni meteorologici. L’assenza di persone nell’acquerello indica che nessuna forma di vita è sopravvissuta all’impetuosità di un fenomeno ormai inarrestabile

Olimpia Basile – Nuvole di gas

disegno digitale

Gli allevamenti intensivi sono una delle cause dell’aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera. La maschera antigas indossata dalla mucca è una chiara e immediata denuncia del ruolo che questi allevamenti rivestono nel cambiamento climatico. La scelta dei colori cupi e spenti riflette l’animo dell’osservatore nel prendere consapevolezza di ciò che gli  accade intorno. Ciascuno può comunque contribuire per avere un impatto positivo sull’ambiente anche attraverso piccoli gesti come alimentarsi in maniera consapevole, diminuendo il consumo di carne.

Cristian Frezza – Il pianeta in pugno

Disegno digitale

Una piccola molecola di anidride carbonica ci tiene in pugno! I ghiacciai fondono per l’effetto serra dovuto alla concentrazione sempre maggiore di questa molecola in atmosfera. Il mondo diventa una delicata pallina di gelato. Si crea così un parallelo tra il breve tempo che il gelato impiega a sciogliersi e il poco tempo che ci rimane prima che le conseguenze delle nostre azioni causino conseguenze irreparabili alla Terra.

Il disegno mette in risalto la mano di CO2 che rappresenta il soggetto responsabile dei disastri in corso. I colori della Terra sono naturali ma spenti per evidenziare la sofferenza.

I crediti dell’immagine sono di Pamela Trisolino (distribuito via imaggeo.egu.eu)

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