La dimensione e il ruolo delle donne nell’INGV a 20 anni dalla sua istituzione

di Maddalena De Lucia, Nicola Alessandro Pino

Ebbene sì, stavolta parliamo di noi. Noi dell’INGV e soprattutto della componente femminile dell’istituto. Donne impegnate nei compiti più disparati e ancora poco rappresentate in un grande ente di ricerca come il nostro. Ne parliamo utilizzando il linguaggio dei numeri, ma dietro grafici e percentuali ci sono passioni e competenze. Persone in carne e ossa che hanno scelto di lavorare in un settore che purtroppo nel nostro paese non è riconosciuto come prioritario, ma che permette di impegnarsi nell’avanzamento della conoscenza, in un confronto continuo e che non conosce confini tra Stati. In più, fare ricerca in geofisica e vulcanologia ci mette in contatto con rischi naturali che troppo spesso in Italia producono danni e fanno sentire ancor più la necessità di lavorare con l’obiettivo di ridurre la vulnerabilità del nostro territorio.

Oggi ne parliamo in occasione della Giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, che si celebra ogni anno l’11 febbraio. Una giornata che nasce come iniziativa delle Nazioni Unite per assicurare pieno ed equo accesso e partecipazione alla scienza per le donne e le ragazze, per raggiungere l’uguaglianza di genere.

Da dove veniamo

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è stato istituito con il Decreto Legislativo n. 381 del 29 settembre 1999. Nasce dalla fusione di enti e istituti pubblici di ricerca in ambito geofisico e vulcanologico di tutto il territorio nazionale: l’Istituto Nazionale di Geofisica (ING), l’Osservatorio Vesuviano (OV), tre Istituti del CNR, quali l’Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania (IIV), l’Istituto di Geochimica dei Fluidi di Palermo (IGF) e l’Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico di Milano (IRRS).

L’articolazione dell’istituto sul territorio riflette in buona parte questa suddivisione, che non è solo geografica, ma corrisponde a diverse attività e funzioni, come gli osservatori e l’amministrazione centrale.

Nella sua configurazione attuale, l’istituto è costituito da dieci sezioni: la sezione di Bologna (BO), la sezione di Catania – Osservatorio Etneo (CT-OE), la sezione di Milano (MI), la sezione di Napoli – Osservatorio Vesuviano (NA-OV), la sezione di Palermo (PA), la sezione di Pisa (PI), e, a Roma, dove si trova anche l’Amministrazione Centrale (AC), la sezione Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT), la sezione di Roma1 (RM1) e la sezione di Roma 2 (RM2).

Nel corso della sua evoluzione, l’istituto ha visto un notevole sviluppo, con momenti di espansione e lunghi periodi di stasi, passando da 500 dipendenti nel 2000 a circa 900 nel 2019, distribuiti nelle dieci sezioni di cui è costituito. Dopo venti anni, abbiamo delineato un quadro della situazione attuale e del processo evolutivo che l’ha determinata, con una dettagliata analisi su aspetti come la composizione del personale, la sua distribuzione nelle sezioni, l’età, il genere, il ruolo e la carriera lavorativa dei dipendenti.

In particolare, qui ci soffermeremo sull’analisi dell’evoluzione dell’istituto secondo una prospettiva di genere, nei suoi primi venti anni di vita.

L’INGV oggi

Per disegnare un quadro che permettesse di comprendere l’evoluzione dell’istituto nel corso di due decenni, nella nostra analisi abbiamo considerato tutti i lavoratori dell’INGV titolari di contratto di lavoro dipendente, quindi sia personale di ruolo che a tempo determinato. I risultati mettono in evidenza alcune eterogeneità, soprattutto per gli aspetti di parità di genere: lo scarso equilibrio tra la presenza di donne e uomini tra il personale di ricerca, in particolare nei ruoli apicali, la diversa progressione delle carriere femminile e maschile e una ineguale rappresentanza dei generi sia negli ambiti amministrativi e di ricerca che nelle diverse sezioni.

Il divario di genere è più marcato tra i dirigenti di ricerca – il livello più elevato della carriera dei ricercatori – e meno rilevante tra i corrispondenti dirigenti tecnologi – livello corrispondente ma nella carriera dei tecnologi – e ancora più ridotto nel personale inquadrato nel ruolo di ricercatore.

Nel tempo l’istituto ha visto crescere in modo consistente il numero dei propri dipendenti, (figura 1) e, dopo una lunga fase in cui i dipendenti a tempo determinato hanno costituito una percentuale significativa del personale, finalmente nel 2018 e nel 2019 la presenza di precari si è significativamente ridotta, grazie anche alle possibilità offerte dal “Decreto Madia” (D.lgs. 75 del 2017), che ha permesso la trasformazione di molti contratti a tempo determinato (TD) in rapporti di lavoro stabile (TI). Molti dei neo assunti degli ultimi anni sono ricercatori e tecnologi (figura 2), personale assunto con contratti a tempo determinato per far fronte alle necessità dell’istituto di coprire le sempre crescenti attività di ricerca, monitoraggio e sorveglianza del territorio nazionale rispetto al rischio sismico e vulcanico e da tsunami.

Figura 1 – Variazione del numero totale di dipendenti nel tempo, con indicazione del numero di dipendenti a tempo indeterminato e di quelli a tempo determinato, nell’intervallo 2001 – 2019.
Figura 2 – Variazione del numero di dipendenti a tempo indeterminato inquadrati nei profili di ricercatore/tecnologo, suddiviso per livelli (I, II e III), nell’intervallo 2001 – 2019.

Nel 2019 dunque il personale dipendente era costituito da 886 unità. Considerando nella categoria “personale di ricerca” sia il profilo di ricercatore che quello di tecnologo, il totale era costituito per il 63% da personale di ricerca, per il 7% da amministrativi, per il 30% da tecnici.

Figura 3 – Consistenza percentuale nel 2019 delle tre categorie di personale dell’INGV: ricerca, tecnico, amministrativo.
Figura 4 – Composizione e suddivisione percentuale per livelli delle tre categorie di personale (ricerca, tecnico, amministrativo) dell’INGV nell’anno 2019.

Quante donne e quanti uomini lavorano all’INGV?

Al 1° gennaio 2019 l’INGV era costituito da 338 donne e 548 uomini, rispettivamente il 38% e il 62% del totale dei dipendenti. Tra il solo personale di ricerca a tempo indeterminato il numero di donne è 205, mentre quello degli uomini è 329, con percentuali molto simili a quelle per il totale del personale. Il numero di donne e di uomini per le singole sezioni è invece piuttosto variabile.

L’Amministrazione Centrale è la sezione con la componente femminile più elevata, pari al 55% del totale  (figura 5).

Figura 5 – Composizione per genere del personale delle sezioni INGV nell’anno 2019.

In tutte le altre la componente maschile è maggiore di quella femminile, arrivando a circa il 75% nell’ONT e nella sezione di Catania. La presenza femminile più bassa si riscontra quindi negli osservatori sezioni che svolgono oltre alla ricerca, attività di monitoraggio, cioè attività prevalentemente tecniche e tecnologiche. Tuttavia, tra queste fa eccezione l’Osservatorio Vesuviano, con una presenza femminile pari a circa il 38%, ma questa differenza è principalmente dovuta al fatto che l’OV era un ente autonomo, con un proprio settore amministrativo relativamente consistente.

Le sezioni in cui il rapporto tra donne e uomini è più bilanciato – prossimo alla parità – sono Bologna, Milano e Roma 1.

Considerando separatamente il settore ricerca e quello tecnico/amministrativo (figura 6), per l’uno e l’altro all’interno delle singole sezioni le percentuali sono in parte simili a quelle del personale complessivo, con alcune sezioni che hanno una componente femminile numericamente maggiore della media (p. es., Bologna) e altre inferiore (p. es., CT-OE, ONT), sia per i ricercatori che per i tecnici/amministrativi. Ci sono comunque differenze significative, in particolare per le 3 sezioni che svolgono attività di monitoraggio CT-OE, NA-OV, ONT, per le quali il numero di uomini tra il personale tecnico/amministrativo è significativamente superiore a quello delle donne, più di quanto non lo sia per il personale di ricerca. Verosimilmente questa è una conseguenza della maggiore percentuale di uomini nei ruoli tecnici.

Figura 6 – Composizione per genere del personale tecnico amministrativo e di ricerca delle sezioni INGV nell’anno 2019.

Viceversa, per AC la percentuale di donne nel personale tecnico/amministrativo è superiore a quella analoga nel personale di ricerca. Rispetto alle altre, le sezioni con la percentuale maggiore di ricercatori (per esempio Bologna, Milano, Roma 1) hanno anche una presenza relativa di ricercatrici superiore. A parte AC, una eccezione rilevante è costituita dalla sezione di Pisa che, rispetto al totale del personale ha un numero elevato di ricercatori, ma di questi meno di un terzo sono donne.

Considerando l’istituto nell’insieme, ci sono differenze significative nella distribuzione delle componenti maschile e femminile nei tre livelli del personale di ricerca, con una percentuale decrescente di donne dal 45% al 18% andando verso quelli più elevati, quindi con una minore presenza di donne nei ruoli apicali, evidenziando la diversa evoluzione di carriera tra uomini e donne (figura 7).

Figura 7 – Composizione per genere del personale di ricerca delle sezioni INGV nell’anno 2019

Il personale di ricerca nelle sezioni dell’INGV

Per il personale a TI, le donne nei ruoli del personale di ricerca costituiscono circa il 65% del totale del personale femminile dell’INGV. Ma come sono distribuite?

Se si esclude chi lavora in AC, sezione che non ha compiti di ricerca e in cui la percentuale di donne nei profili di ricercatore e tecnologo è solo il 17% del totale donne, nelle altre sezioni osserviamo percentuali variabili dal 40% di Palermo, unica con più donne tra i tecnici/amministrativi che tra il personale di ricerca, all’89% di Milano. Nelle restanti sezioni, le donne che lavorano nei ruoli di ricerca sono più del 69% (figura 8, in alto).

Come per le donne, gli uomini complessivamente impiegati nei ruoli di ricercatore/tecnologo costituiscono circa il 63% del totale del personale maschile dell’INGV. A eccezione delle sezioni che svolgono attività di monitoraggio (CT-OE, ONT, NA-OV) e della sezione di Palermo, per le quali la presenza di molti uomini nei ruoli tecnici fa sì che la percentuale del personale maschile di ricerca rispetto al totale degli uomini è inferiore al 65%, le altre hanno tutte percentuali comprese tra il 68% di Roma 2 e il 91% di Pisa (figura 8, in basso).

Figura 8 – Percentuale della componente di ricerca femminile sul totale delle donne (in alto) e maschile sul totale degli uomini (in basso) per le sezioni INGV nell’anno 2019.

La forbice

 Il diagramma “a forbice” permette di confrontare le diverse percentuali di uomini e donne in base al ruolo all’interno dell’ente, considerando sia profili di ricerca che tecnici amministrativi, nel 2019 (figura 9). Il divario nella distribuzione dei due generi è evidente, con una chiara prevalenza di uomini nei livelli apicali e nei ruoli tecnici. Viceversa, le donne sono la maggioranza solo nei ruoli amministrativi. Il divario è più marcato tra i dirigenti di ricerca e meno rilevante tra i corrispondenti dirigenti tecnologi (I livello). Per il personale dei II livelli, invece, il divario donne/uomini tra i primi ricercatori è inferiore a quello tra i primi tecnologi, così come per il personale negli analoghi profili di III livello. Tra i tecnologi e i primi tecnologi la componente maschile è infatti sensibilmente più elevata della componente femminile, mentre nel ruolo di ricercatore il divario è ridotto. L’assenza di donne nel ruolo di dirigente amministrativo è anche dovuta al numero esiguo – due – di unità. Adesso le due figure di dirigenti amministrativi sono ricoperte da un uomo e da una donna ma si consideri che sono solo due. Ai dipendenti si aggiungono un presidente (uomo) e un direttore generale (donna nel 2019).

Figura 9 – Diagramma a forbice che riporta le percentuali delle componenti femminile e maschile rispetto ai ruoli lavorativi ricoperti nell’INGV, nell’anno 2019.

Anche nella ricerca, non è un paese per giovani

Al 1° gennaio del 2019 l’età media dei dipendenti a tempo indeterminato dell’INGV era di 49,7 anni. Nei prossimi dieci anni una gran parte, circa un quarto, dei dipendenti sarà collocato a riposo. Senza nuove assunzioni, alla fine di questo decennio la distribuzione del personale avrà il massimo in corrispondenza della fascia di età o prossima a quella di pensionamento (figura 10).

Il maggior numero di uomini (112) e di donne (77) sono presenti rispettivamente nelle fasce di età 51-55 e 46-50 (figura 11). Il rapporto donne/uomini, massimo nella fascia di età 46-50, tende a diminuire verso le fasce più estreme, anche quelle più giovani.

Nelle singole sezioni dell’INGV l’età media del personale a TI è molto eterogenea (figura 12). All’Osservatorio Vesuviano la componente maschile è più anziana di quasi 4 anni e a Roma 2 di oltre 2 anni. Per Bologna invece le donne sono in media più anziane degli uomini di quasi 2 anni. Per le altre Sezioni la differenza è inferiore a 1 anno.

Figura 10 – Distribuzione del personale INGV per fasce d’età nell’anno 2019. TI: tempo indeterminato; TD: tempo determinato.
Figura 11 – Distribuzione del numero di donne e uomini dell’INGV per fasce d’età nell’anno 2019.
Figura 12 – Età media di donne e uomini per sezione INGV nell’anno 2019.

Conclusioni

La situazione determinata dall’evoluzione dell’ente nei venti anni dalla sua istituzione avrà conseguenze non trascurabili sul futuro prossimo dell’istituto, che vedrà ulteriori decrementi – dovuti a collocamenti a riposo – dei dipendenti. Si auspica che saranno sostituiti anche colmando il divario di genere e superando gli stereotipi di ruolo, in particolare sulle carriere. L’analisi infatti mostra che lo sviluppo delle carriere risulta molto differente per la componente femminile rispetto a quella maschile. In particolare per il personale di ricerca, nei ruoli più elevati le donne sono meno rappresentate degli uomini. L’opportuno riequilibrio delle eterogeneità, finalizzato alla massima funzionalità e a una crescita efficace dell’ente, dovrebbe essere la sfida per i prossimi venti anni.

L’analisi estesa dei dati è pubblicata su:

De Lucia M., Pino N. A., Pepe T., (2021). Le persone dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a venti anni dalla sua istituzione. Quad. Geofis., 173: 192

 

 

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