Scienza e Politica al servizio del Paese a fine ‘800: il ruolo di Pietro Blaserna

Nell’esplorare le frontiere della fisica, Pietro Blaserna emerse come leader nell’istruzione e nella ricerca in Italia. Il suo impegno scientifico e politico contribuì al progresso dell’Italia dopo l’unificazione, con la creazione della Scuola Pratica di Fisica e l’istituzione della Rete Sismica Nazionale

 di Maria Di Nezza

 Pietro Blaserna lo scienziato

Pietro Blaserna nacque il 29 febbraio 1836 a Fiumicello, Udine. A venti anni conseguì la laurea in fisica presso l’Università di Vienna. Iniziò qui la sua carriera di ricercatore come assistente di Andreas von Ettingshausen, direttore dell’Istituto di Fisica di Vienna. Per un periodo di tre anni, si dedicò principalmente allo studio dell’elettromagnetismo. Successivamente si trasferì a Parigi per lavorare come assistente di Henri-Victor Regnault presso il Collège de France. Durante la sua attività di ricerca Blaserna mostrò un ampio spettro di interessi scientifici. Esplorò le proprietà dei gas, studiando la ionizzazione dell’aria, approfondì la termodinamica e l’ottica, si dedicò alla geofisica e all’elettrotecnica, e svolse indagini nell’acustica e nella “fisica musicale“.

L’Unità d’Italia

Con l’Unità d’Italia, la ristrutturazione di Università e istituti di ricerca divenne prioritaria per la competitività europea. Fu un periodo cruciale per l’Italia appena nata, con investimenti focalizzati su istruzione, ricerca e un crescente collegamento tra scienza e sviluppo industriale.

Tornato in Italia nel 1862, Blaserna avviò la sua attività didattica presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze e successivamente all’Università di Palermo.

Blaserna si unì alla Società Geografica Italiana nel 1871, assumendo la carica di consigliere dal 1875 al 1891. Successivamente, ricoprì anche il ruolo di vicepresidente dal 1885 al 1886.

Nel 1872 divenne professore di Fisica Sperimentale all’Università di Roma “La Sapienza”, e l’anno successivo fu nominato direttore dell’Istituto Fisico, incarico che mantenne fino al 1918. Quando assunse nel 1874 la carica di Rettore della Sapienza, per un triennio, apportò significative modifiche agli insegnamenti di matematica e fisica. Infatti, consolidò tali insegnamenti all’interno di una singola facoltà, rinominandola Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.

Particolarmente rilevante è anche la riforma compiuta da Blaserna dell’istruzione universitaria a ogni livello, ispirandosi ai modelli tedesco e francese. Il maggior contributo fu senza dubbio la fondazione della Scuola Pratica di Fisica, con Filippo Keller, inizialmente ospitata nel Palazzo della Sapienza presso Piazza Navona. Nel novembre 1881 la sede della Scuola Pratica di Fisica si trasferì all’Istituto di via Panisperna. Blaserna progettò personalmente l’edificio sul Colle del Viminale, ottimizzando spazi per insegnamento, ricerca e servizi, testimoniando la sua dedizione alla struttura. Questa struttura sarà una vera innovazione in Italia, consentendo agli studenti di condurre personalmente esperimenti come nei laboratori europei all’avanguardia.

Edificio dell’Istituto di via Panisperna presso il Colle del Viminale (modificata da Fsyloslab)

Grazie alla grande competenza di Blaserna nella fisica sperimentale, consolidata attraverso l’interazione con i più moderni laboratori europei dell’epoca, e alle sue doti gestionali, l’Istituto ebbe un impulso rilevante nell’ambito della ricerca fisica internazionale. Negli anni Trenta del Novecento questa sede diventò il luogo di lavoro del celebre gruppo dei “ragazzi di via Panisperna“. Con a capo Enrico Fermi ed Edoardo Amaldi, Oscar D’Agostino, Ettore Majorana, Bruno Pontecorvo, Franco Rasetti ed Emilio Segrè avrebbero contribuito, tra molte altre scoperte, alla comprensione della fissione nucleare artificiale.

Le calamità naturali

Nel 1879, il Ministero dell’Industria e Commercio affidò a Pietro Blaserna l’incarico di studiare l’eruzione dell’Etna che in quell’anno interessò contemporaneamente il versante sud-ovest del vulcano, colpendo Biancavilla, e quello nord-est dove la colata lavica lunga oltre 10 km raggiunse il fiume Alcantara interrompendo le principali vie di comunicazione. L’eruzione ebbe inizio il 26 maggio e rappresentò un evento unico per l’Etna, con colate laviche che scaturirono contemporaneamente da fratture ubicate su due versanti opposti del vulcano. La frazione Passopisciaro di Castiglione di Sicilia fu distrutta, così come molti vigneti e boschi. In risposta,  il governo del Regno d’Italia concesse sussidi per il ripristino degli abitati e dei campi danneggiati, emanando una delle prime normative ad hoc post-disastro.

L’eruzione del 1879, simile a quella  del 2002, riveste un ruolo significativo nella storia dell’Etna, segnando l’inizio di un periodo innovativo e prolifico per le ricerche vulcanologiche.

Stampa d’epoca dell’eruzione dell’Etna  del1879 tratta da un disegno del Prof. Orazio Silvestri, vulcanologo toscano, che studiò con Pietro Blaserna il fenomeno.

Nello stesso anno il Ministero assegnò a Blaserna anche la responsabilità dell’organizzazione e della strutturazione del Servizio Geodinamico italiano. Successivamente Blaserna fu nominato presidente del Consiglio Direttivo di Meteorologia e Geodinamica, carica che mantenne fino al 1907.

Il terremoto del 28 luglio 1883 sull’isola di Ischia, il primo forte terremoto dopo l’unificazione d’Italia, suscitò l’attenzione parlamentare per le severe conseguenze che ne scaturirono. I danni più significativi si registrarono a Casamicciola, con notevoli perdite di vite, rilevate tra i ricchi e nobili villeggianti in vacanza sull’isola. L’impatto mediatico portò alla creazione della “Reale Commissione Geodinamica“, con Pietro Blaserna come presidente. Le proposte della commissione furono accolte con un Reale Decreto nello stesso anno, che raccomandò l’organizzazione di un regolare Servizio Sismico esteso a tutto il paese, con la creazione di osservatori di primo e secondo ordine.

Casamicciola (Ischia) dopo il terremoto del 1883 (Fotografia di Achille Mauri, Archivio storico Reale Osservatorio Vesuviano, tratta dalla monografia INGV “Giuseppe Mercalli, da Monza al Reale Osservatorio Vesuviano: una vita tra insegnamento e ricerca”)

Solo nel 1887 la Reale Commissione affidò all’Ufficio Centrale di Meteorologia (R.D. 3534 del 1876 e 4636 del 1887), l’incarico di istituire una Rete Sismica Nazionale. Furono identificati tre siti per le caratteristiche vulcanologiche e sismiche idonee per quei tempi dove istituire gli osservatori permanenti di primo ordine: Rocca di Papa, Casamicciola e Catania. Gli Osservatori, cardini del nascente Servizio Sismico Nazionale, furono forniti dei migliori sismografi dell’epoca. L’Ufficio Centrale di Meteorologia, con sede presso il Collegio Romano in Roma, diventerà uno degli organi fondamentali destinati a costituire il futuro Istituto Nazionale di Geofisica che nascerà nel 1936 per volontà di Guglielmo Marconi.

Collegio Romano sede dell’Ufficio Centrale di Meteorologia

La carriera politica

Dal 1890, Blaserna intraprese la carriera politica diventando senatore e ricoprendo diverse posizioni, prima come membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione dal 1886 al 1890, successivamente  come vicepresidente del Senato. Mantenne questa carica dal 1914 fino alla sua morte, avvenuta nel 1918.

Dopo l’elezione a Presidente dell’Accademia dei Lincei nel 1914, di cui era socio dal 1873, Blaserna si impegnò attivamente nell’affermare la rilevante impresa scientifica proposta dagli Accademici. Blaserna la vide come un segno di fierezza nazionale e ponte con la comunità scientifica internazionale. Promosse attivamente iniziative quali la concessione di premi e la pubblicazione di lavori per diffondere la conoscenza scientifica.

In questa duplice veste di scienziato e figura politica, il suo interesse principale fu quello di assicurare  all’Italia una partecipazione attiva  ai processi di modernizzazione, già in atto in Europa. Tale dedizione fu evidente anche nel corso del terremoto del 28 dicembre 1908. Esempio in cui il governo mobilitò l’Accademia dei Lincei per fronteggiare la devastazione di Messina e Reggio Calabria. Un esempio tangibile dell’impegno tra scienza e azione politica di Blaserna a servizio del Paese.

Mappa delle intensità macrosismiche valutate da Giuseppe Mercalli per il terremoto del 1908

 

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