I terremoti solari

Nel Luglio 1996 si è avuta la prima evidenza osservativa dell’esistenza di terremoti sul Sole, i cosiddetti sunquakes. Sono simili a quelli che avvengono sulla Terra ma sono molto più potenti.

di Fabio Giannattasio

Sarebbe più giusto chiamarli “solemoti” in italiano (dall’inglese “sunquakes”), ma affinché si possa intuire immediatamente di cosa si tratta preferiamo chiamarli terremoti solari.

Come suggerisce il nome, i terremoti solari sono eventi sismici che si verificano sul Sole. Sono estremamente potenti, molto più potenti dei ben noti corrispettivi a Terra. Negli ultimi decenni il loro studio si è intensificato. Oggi è ritenuto importantissimo perché potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere, ad esempio, la complessa relazione che intercorre tra macchie e regioni attive solari e l’occorrenza di brillamenti (flares). Nel corso degli anni si è infatti osservato che i terremoti solari sembrano essere concomitanti proprio con i brillamenti, anche se non sempre. Proprio come i loro parenti terrestri, gli eventi sismici solari danno origine ad onde che si propagano attraverso le regioni interne della nostra stella.

In un terremoto solare le onde di compressione, simili alle cosiddette onde “P” generate in un terremoto a Terra, si propagano inizialmente ad una velocità di oltre 30 mila km orari per poi accelerare fino ad arrivare ad una velocità di propagazione di circa 400 mila km orari, prima di scomparire improvvisamente e misteriosamente nell’arco di un’ora circa.

Quanto sono potenti i terremoti solari?

La scoperta dei terremoti solari risale all’estate del 1996, quando furono osservati per la prima volta dalla missione “SOlar and Heliospheric Observatory” (SOHO), lanciata il 2 Dicembre 1995 e tuttora operativa. Lo studio del terremoto solare del 1996 e di centinaia di altri eventi successivi ha permesso di capire quanta energia questi fenomeni sono in grado di rilasciare.

Si calcola che tipicamente l’energia coinvolta in un terremoto solare sia circa 40 mila volte maggiore dell’energia rilasciata dal famoso terremoto di San Francisco del 18 Aprile 1906, di magnitudo momento stimata 7.9, che distrusse oltre l’80% della città causando oltre 3000 morti. L’energia rilasciata da un terremoto solare è stata stimata essere equivalente a quella rilasciata da un terremoto di magnitudo superiore a 11, una quantità di energia immane, equivalente a quella consumata in vent’anni negli Stati Uniti.

Il primo terremoto solare del nuovo ciclo

Nel Maggio del 2022 è stato osservato il primo terremoto solare del venticinquesimo ciclo (quello in corso). In particolare le increspature dell’atmosfera solare generate dall’evento sono succedute ad un brillamento di classe X1.5 verificatosi il 10 Maggio 2022. L’evento è stato catturato dagli strumenti a bordo della missione Solar Dynamic Observatory (SDO) lanciata dalla NASA l’11 Febbraio del 2010.

Increspature visibili nell’atmosfera solare in seguito al terremoto solare osservato il 9 Luglio del 1996 dallo strumento “Michelson Doppler Imager” (MDI) a bordo della missione della NASA con collaborazione ESA “SOlar and Heliospheric Observatory” (SOHO). Sono simili a quelle generate da un sasso lanciato su uno specchio d’acqua. Crediti NASA.

Nonostante l’enorme progresso delle tecniche di osservazione e della nostra capacità di progettare e realizzare strumenti sempre più performanti, l’osservazione dei terremoti solari è tutt’altro che semplice. Nella grande maggioranza dei casi, infatti, la loro individuazione è ostacolata dai processi dinamici turbolenti costantemente in atto nell’atmosfera solare, che “soffocano” le deboli tracce dell’evento sismico nei segnali registrati dagli strumenti.

Nei prossimi anni, con l’intensificarsi dell’attività solare e all’avvicinarsi del massimo del ciclo solare undecennale, ci aspettiamo di osservare sempre più terremoti solari. Sarà l’occasione migliore per studiare questi fenomeni e tentare di rispondere alle tante domande che la scoperta di questi incredibili eventi ha generato.


 

 

 

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