Howard Carter e la scoperta della tomba di Tutankhamon

Le moderne tecniche archeometriche ci rivelando nuovi aspetti sulla vita del faraone più famoso della storia egiziana

di Maria Di Nezza

Il 26 novembre 1922, l’egittologo britannico Howard Carter aprì la tomba di Tutankhamon lasciando un’impronta eterna nella storia dell’archeologia. Eppure Carter aveva abbracciato la professione di archeologo quasi per caso, senza avere una  formazione accademica. Nonostante questo passerà alla storia per questa scoperta, considerata ancora oggi una delle più importanti ritrovamenti dell’Antico Egitto.

Seguendo indizi ottenuti studiando vari siti archeologici, Carter aveva iniziato a sospettare dell’esistenza di tombe ancora sconosciute già agli inizi del secolo. La prova definitiva la ebbe nel 1902 grazie ai ritrovamenti dell’archeologo Davis avvenuti nella Valle dei Re. E cosi la sua perseveranza e il suo intuito lo portarono il 4 novembre del 1922 a scoprire la tomba che in seguito avrebbe rivelato aspetti poco conosciuti dell’Antico Egitto e della XVIII dinastia a cui apparteneva il giovane sovrano.

I diversi tipi di sepoltura secondo gli antichi egizi  

Con il trascorrere del tempo le tombe dei reali egiziani cambierà di forma e di collocazione. La maggior parte delle sepolture più antiche sono localizzate nel Basso Egitto, in prossimità del delta del Nilo, e sono per lo più tombe monumentali a forma di piramide. I blocchi di roccia che le costituiscono sono principalmente di natura calcarea di provenienza locale o estratte a Tura (vicino all’odierna Il Cairo). I faraoni del Vecchio e Medio Regno venivano sepolti in questi complessi funerari, ne è un esempio le piramidi di Giza.

Le sepolture dell’Alto Egitto invece, sono concentrate nella Valle dei Re presso Tebe e sono invece sepolture ipogee scavate nelle colline rocciose lungo i canyon degli antichi affluenti del Nilo localmente chiamati “wadi“. Nel Nuovo Regno, questo nuovo sistema di sepoltura è stato adottato per i sovrani delle dinastie tra XVIII e XX. Ed è proprio qui la necropoli dove è stata rinvenuta la tomba Tutankhamon, sulla riva occidentale del fiume Nilo, vicino all’antica capitale religiosa di Tebe, oggi Luxor, proprio nella Valle dei Re.

Ubicazione dei principali siti lungo il fiume Nilo
Ubicazione dei principali siti lungo il fiume Nilo

La Valle dei Re, a circa 180 m s.l.m. sulle Montagne tebane dell’Alto Egitto, è localizzata a 12 km da Luxor con andamento NNW–SSE con una lunghezza di circa 1 km, circondata da pendii collinari con ripidi pareti. Questa area ospita la maggior parte delle sepolture ipogee. 

La geologia della Valle dei Re 

Le sepolture ipogee sono scavate nelle colline rocciose circostanti grazie soprattutto alle condizioni geologiche e geomorfologiche locali, ideali per consentire la preservazione di cavità artificiali sfruttate in alcuni casi proprio per realizzare gli ambienti di sepoltura. L’assetto geomorfologico della Valle inoltre, ben si presta ad ospitare il luogo di riposo dei defunti, poiché consente l’accesso solo da un lato della valle, assetto questo che facilitava la sorveglianza contro eventuali saccheggiatori.

Il Calcare Tebano è la formazione rocciosa più diffusa in questa zona e si sviluppò nel tardo periodo Terziario. Il calcare è stato profondamente inciso dall’erosione del Nilo e dai suoi affluenti durante il Pleistocene e si è rivelato meccanicamente adatto per l’escavazione, favorendo la creazione di questo tipo di sepolture. In particolare la qualità del calcare dell’area ha caratteristiche meccaniche estremamente eterogenee e per questo ha indirettamente determinato le piante delle tombe ipogee. Durante la fase di scavo infatti, la pianta della tomba era talvolta modificata proprio a causa dell’attraversamento di strati calcarei con diverse caratteristiche.

Schema degli strati geologici della Valle dei Re

La tomba di Tutankhamon è collocata al centro della Valle e si sviluppa a modeste profondità dal piano campagna. Una delle sue peculiarità è che appare piuttosto limitata in dimensioni rispetto ad altre tombe reali.

Gli scavi nella Valle dei Re

L’importanza degli scavi scientifici realizzati nella Valle dei Re iniziò dopo il 1799 quando, durante la spedizione di Napoleone Bonaparte, furono realizzate le prime mappe accurate delle tombe conosciute dell’area.

Nel corso del XIX secolo, questo luogo diventò la meta delle spedizioni archeologiche mondiali. I primi scavi portarono alla scoperta di tombe come quella attribuita al faraone Ay, rinvenuta nel 1816 dall’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni che scoprì anche la tomba del re Seti I. Nel1881, l’egittologo tedesco Émile Brugsch rinvenne circa 40 mummie, alcune delle quali attribuite ad alcuni dei faraoni più famosi a cui se ne aggiunsero altre scoperte nel 1898 dall’egittologo francese Victor LoretNonostante gli sforzi mancavano però ancora all’appello un certo numero di mummie reali come quella di Tutankhamon, un faraone minore e dimenticato che si suppone regnò una decina d’anni dopo Akhenaten, e la moglie di quest’ultimo, Nefertiti. L’epoca in cui vissero i faraoni “dimenticati” fu caratterizzata dall’introduzione della religione monoteista da parte di Akhenaton e Nefertiti ed è noto come “eresia amarniana” o “periodo amarniano“. E proprio per questo motivo il faraone Akhenaten e i suoi successori, Smenkhara, Tutankhamon ed Ay, subirono la damnatio memoriae, relegando all’oblio cancellandoli dall’elenco dei faraoni noti, fino al ritrovamento della tomba di Tutankhamon.

La scoperta della tomba di Tutankhamon

Il 4 novembre 1922 Carter arrivò nella Valle dei Re dove era stato individuato un gradino scavato nella roccia che si rivelò poi essere l’accesso ad una tomba. Il team guidato da Carter, Lord Carnarvon e da sua figlia Lady Evelyn Herbert, entrerà nella tomba tre settimane dopo, il 26 novembre 1922. L’accesso rivelerà un corridoio lungo 8 metri che li condurrà ad una seconda porta sigillata con l’emblema del giovane faraone Tutankhamon. Purtroppo presto fu chiaro che la tomba non era inviolata come Carter aveva sperato. Questo portò l’archeologo a catalogare e documentare accuratamente tutti i reperti dimostrando una grande abilità organizzativa, riuscendo a schedare oltre 6000 oggetti. Questo tipo di approccio rivoluzionerà le tecniche di indagine archeologiche.

Carter arrivò alla “camera sepolcrale” qualche mese dopo, il 16 febbraio 1923, mentre nel 1925 trovò la celebre maschera funeraria d’oro e lapislazzuli con i lineamenti del giovane faraone. Nel 1926 esplorò le “Stanza del Tesoro“, piena di oggetti straordinari, e la “Sala della Rinascita” (o annesso) contenente cibo, bevande, unguenti e giocattoli appartenuti al faraone. L’ultimo materiale fu rimosso dalla tomba nel novembre 1932.

Ubicazione dei principali siti lungo il fiume Nilo
Tomba di Tutankhamon. 1-camera sepolcrale, 2-annesso, 3-anticamera, 4-stanza del tesoro

Le tecniche archeometriche

A cento anni dalla scoperta della sepoltura del faraone molti misteri sulla vita di Tutankhamon restano ancora irrisolti. Le moderne tecniche archeometriche non distruttive stanno svelando nuove informazioni sugli oggetti del ricco corredo funerario.

Questo tipo di indagini è costituito da metodologie scientifiche utilizzate principalmente nell’ambito dell’archeologia per analizzare materiali antichi in grado di fornire informazioni preziose sulle caratteristiche fisiche, chimiche e strutturali dei reperti, consentendo agli studiosi di ottenere una comprensione più approfondita delle antiche civiltà. Tra le indagini archeometriche rientrano le analisi genetiche, chimiche, petrografiche, radiometriche, biologiche e geofisiche.

Alcuni risultati 

Gli archeologi hanno utilizzato le analisi genetiche sulle mummie della XVIII dinastia in cui visse Tutankhamon e stanno scavando sulla genealogia del giovane faraone. Le mummie rinvenute in alcune tombe nella Valle dei re hanno caratteristiche genomiche simili a quelle di Tutankhamon. Tuttavia il dibattito è ancora aperto in merito alla corretta attribuzione sull’identità delle mummie. Queste analisi diagnosticano anche diverse patologie per il giovane faraone, tra cui la malattia di Köhler. Tutt’oggi la causa determinante della morte dell’imperatore, avvenuta fra i 17 e i 19 anni, rimane sconosciuta.

Analisi con fluorescenza a raggi X eseguite su una daga di ferro ritrovata sulla mummia mostrano la natura meteoritica della lama. Mentre la composizione chimica delle diverse parti costituenti la maschera funeraria d’oro mostrano diverse tecniche di lavorazione dell’oro nelle diverse parti. Ma anche la diversa tipologia di impiego dei minerali o rocce naturali, come magnesite, lapislazzuli, corniola, ossidiana e alabastro. Interessante l’identificazione della presenza di materiali artificiali colorati. Stessa cosa dicasi per il trono destinato originariamente ad un altro faraone.

Prime analisi condotte sui frammenti di alcuni pezzi di legno stanno restituendo informazioni sulla determinazione della tipologia dei materiali nonché sulla tecnica utilizzata nella decorazione.

Dai minuziosi appunti del diario di Carter, gli archeologi hanno ipotizzato che quasi 2800 pezzi nel corredo funerario dei 6000 catalogati, non siano legati al giovane faraone bensì a Nefertiti. Inoltre dal confronto dei cartigli che ornano la sepoltura del faraone, sembra che questa sia stata riadattata probabilmente a causa della improvvisa e prematura morte di Tutankhamon. Recenti ipotesi archeologiche suppongono la presenza di altre stanze, celata oltre le parete della “camera sepolcrale“. L’ipotesi più accreditata sarebbe proprio quella della regina Nefertiti. Un team italiano, grazie a recenti indagini geofisiche, ha investigato l’area circostante la sepoltura ponendo nuovi interrogativi su alcune interessanti caratteristiche del sito stesso.

Quindi ad oggi certezze assolute sui genitori del faraone, su come si svolse la sua breve esistenza e quando e come morì ancora non sono note. Tuttavia il giovane faraone Tutankhamon rimane il regnante più famoso della storia egiziana, grazie all'”egittologo” Howard Carter.


 

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