La Geologia in un calice di vino

Anche se inizialmente sembrano mondi molto diversi e lontani, geologia e vino hanno, in realtà, numerosi punti di convergenza

di Chiara Caricchi, Andrea Bollati e Massimo Mattei

Nel cuore d’Italia, tra storia e tradizione, l’arte della vinificazione ha raggiunto nuove vette di eccellenza. Ogni bottiglia proveniente da cantine rinomate e che giunge sulle nostre tavole porta con sé una storia unica certificata con IGT, DOC o DOCG, garantendo la massima eccellenza e la purezza dei suoi prodotti.

Questa rivoluzione nel mondo del vino ha suscitato interesse non solo verso la conoscenza delle radici storiche e le caratteristiche del vino, ma anche verso lo studio accurato dei suoi luoghi di provenienza.

Cosa definisce le caratteristiche del vino che beviamo?

Si diffonde anche nella nostra cultura l’espressione francese di terroir, concetto che si riferisce all’insieme di fattori ambientali, geologici e climatici che influenzano il carattere unico di un determinato luogo, in termini di coltivazione delle uve e produzione di vino. Pertanto, sono sempre più frequenti gli studi di zonazione viticola che prevedono la suddivisione di un territorio in aree omogenee per caratteristiche geo-pedologiche, topografiche e climatiche che sono in grado di influenzare la risposta colturale.

La grande varietà di vini presenti in Italia (più di 350 vitigni autoctoni) ha infatti una diretta relazione con la geologia, che assume un ruolo fondamentale nello sviluppo della topografia e dei suoli, influenzando direttamente il microclima e il drenaggio dell’acqua.

Il nostro paese presenta una distribuzione di tipi di rocce (substrato) e di suoli davvero complessa.

Le viti crescono dove affiorano in superficie rocce sedimentarie (dai calcari alle ghiaie, dalle marne alle argille), ignee (come i graniti), rocce vulcaniche e vulcanoclastiche (come le pozzolane) e metamorfiche (come gli scisti).

Vigneti delle colline di Bolognano (Pescara) sui suoli che si originano dalla formazione Gessoso-solfifera (crediti A. Bollati)

La qualità del vino e le sue proprietà organolettiche sono dunque influenzate dalle caratteristiche fisiche e dalla composizione chimica del suolo e quindi del substrato.

Una roccia calcarea, ricca in calcio conferirà finezza e robustezza al vino. Un esempio è il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene che nasce da vigneti impiantati su substrato calcareo. Le rocce vulcaniche ricche in potassio non solo favoriscono la viticoltura ma in alcuni casi anche uve zuccherine, come il Moscato di Pantelleria che cresce sulle vulcaniti dell’omonima isola. Dai terreni argillosi si ottiene un vino più alcolico e ricco in colore, ricordiamo Il Brunello di Montalcino tra i vini toscani. Terreni a granulometria sabbiosa, con una certa porzione di argilla, sono favorevoli alla produzione di vini leggeri e profumati, con buon grado alcolico e poco colorati: Asti Spumante proviene proprio da terreni arenacei sciolti.

Vigneti ubicati su differenti suoli che si originano da substrati di diversa natura (Crediti A. Bollati)

 Geologia e vino

La penisola Italiana, a causa della sua complessa evoluzione geologica, è caratterizzata da un territorio molto diversificato da un punto di vista geologico, litologico e geomorfologico.

Se osserviamo una carta geografica vediamo come la penisola italiana con la sua forma a stivale tagli obliquamente il Mediterraneo. La catena appenninica è la sua spina dorsale e la pianura padana la separa dalla catena montuosa delle Alpi.

Immagine dell’Italia scattata da satellite, sono ben visibili la catena alpina a nord e la dorsale appenninica separate dalla pianura padana.

L’evoluzione tettonica dell’Italia che ha portato alla formazione di Alpi ed Appennini è caratterizzata da collisioni e interazioni complesse tra placche. Si tratta di processi geologici che si sono succeduti nel corso di milioni di anni. Più recentemente l’azione di corsi d’acqua e ghiacciai hanno infine creato e modellato il nostro territorio.

Nel corso di questa lunga storia, nella regione della penisola italiana si sono così alternati e succeduti diversi ambienti, tra cui mari da poco profondi a profondi, ambienti fluviali e lacustri e zone con intensa attività vulcanica. Questi diversi contesti hanno contribuito alla formazione di rocce diverse, che costituiscono il substrato geologico di cui abbiamo parlato in precedenza.

Carta geologica d’Italia. In questa carta sono rappresentate le tipologie di rocce affioranti in superficie (substrato)

Cosa c’entra il vino con l’evoluzione geologica d’Italia?

C’entra moltissimo. La produzione del vino avviene in settori con un substrato geologico ben caratterizzato.

L’Italia può essere divisa in diverse regioni in base ai tipi principali di rocce affioranti in superficie. Gli Appennini, ad esempio, sono formati prevalentemente da calcari, marne e arenarie che si sono depositati tra 200 e 16 milioni di anni fa in ambienti marini, sia profondi che di acqua bassa.

Nell’area collinare lungo la fascia adriatica, possiamo trovare sedimenti come arenarie ed argille formatesi in un ambiente marino. Depositi argilloso-sabbiosi sono diffusi anche lungo l’area tirrenica nelle regioni di Toscana e Lazio. Questi sedimenti si sono formati durante la fase di apertura del Mar Tirreno. Continuando lungo il margine tirrenico, dalla Toscana verso la Campania, ci imbattiamo in terreni vulcanici (piroclastici). Questi depositi, legati all’attività di complessi vulcanici la cui attività ha avuto inizio a partire da 800 mila anni fa, rendono le aree collinari particolarmente fertili ed ideali per l’attività vitivinicola.

Alle zone vulcaniche dell’area tirrenica sono da aggiungere i vulcani delle isole Eolie, Pantelleria e l’Etna sulle cui pendici si sviluppa un’importante produzione vinicola.

La produzione vitivinicola italiana presenta quindi delle precise peculiarità legate al contesto territoriale, che rendono lo studio dei rapporti tra geologia e vino particolarmente interessante.

Dopo questa breve introduzione, iniziamo il nostro percorso da nord a sud, regione per regione, per scoprire come vitigni e substrato geologico sono correlati tra loro.

 


Per approfondire

Atlante geologico dei vini d’Italia, Giunti Editore (2019) 

Atlante dei territori del vino italiano, Pacini Editore (2013)

Bollati A., 2012. Zonazione viticola e tracciabilità geografica dei vini di pregio attraverso analisi geochimiche: un caso studio nell’area di produzione del vino Cesanese (Lazio). 

Cita M.B. et al., 2004. Italians wines and Geology. Paesaggi geologici. BE-MA editrice

Mattei M., e Parotto M 2008. le indagini geologiche e la caratterizzazione e tipizzazione dei vini nel territorio italiano. In Gaia e bacco, ovvero la Terra e il suo nettare, l’influenza del Terroir sulla qualità del vino. Ordine dei geologi Campania. Napoli 15 Febbraio 2008


 

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