Un’occasione unica nella vita

Avventura sotto le stelle: alla scoperta della cometa di Neanderthal

di Domenico Di Mauro

Dalla prima serata del 1 febbraio, ben coperti e speranzosi che le nuvole non impediscano di ammirare il cielo stellato, rechiamoci in un posto lontano dalle luci delle città, meglio se su un’altura, e orientiamo lo sguardo verso nord sollevando la testa di 50° circa dalla linea dell’orizzonte. Potremmo scorgere il passaggio della cometa C/2022 E3 (ZTF) per la sua accresciuta luminosità, nel viaggio di avvicinamento al Sole (e alla Terra) che la renderà visibile ad occhio nudo. Un binocolo sicuramente aiuterà allo scopo.

Proprio il 1° febbraio, la cometa si troverà ad una distanza di circa 42 milioni di chilometri da casa nostra. E’ questa la minima distanza dal nostro pianeta mentre quella minima dal Sole, detta perielio, l’ha già raggiunta il 12 gennaio. Da allora si sta allontanando ogni giorno sempre di più.

Nei prossimi giorni la cometa attraverserà il piano orbitale della Terra, rendendosi visibile solo dall’emisfero australe. Intanto la notte del massimo avvicinamento alla Terra sarà visibile per tutta la notte, scendendo lentamente verso l’orizzonte fino a circa 30° e perdendosi nelle prime luci dell’alba. La Luna, dispettosamente, è nella sua fase crescente e il suo chiarore in cielo potrebbe complicare le cose.

È stata ribattezzata come la “cometa di Neanderthal” perché gli astronomi hanno stabilito che il suo precedente passaggio deve essere avvenuto 52 mila anni fa, proprio al tempo in cui il pianeta era abitato dai nostri predecessori. Calcoli più accurati hanno stabilito che l’orbita potrebbe virare verso una curva iperbolica: in altre parole questo significa che potrebbe non passere mai più dalle nostre parti. È probabile che sia l’ultima volta che questa cometa solchi i nostri cieli.

Foto della cometa scattata dal British Columbia, Canada nelle prime ore del mattino del 21 gennaio 2023
Foto scattata dal British Columbia, Canada nelle prime ore del mattino del 21 gennaio 2023 da Debra Ceravolo (con permesso dell’autrice, da astobin.com)

Coloro che preferiscono trascorrere le notti di questo freddo inverno fra le calde coperte possono beneficiare della dedizione e della passione dei tanti astronomi e astrofili di tutto il mondo che passano molte notti ad osservare (e fotografare) il cielo, restituendoci immagini davvero straordinarie. E ricche di informazioni scientifiche. Vediamole.

Provenienza della cometa

Anche questa cometa proviene dalla lontana nube di Oort, una sfera posta tra 20 mila e 100 mila Unità Astronomiche (UA, 1 UA corrisponde alla distanza Sole-Terra, circa 150 milioni di Km) considerata la culla di gran parte delle comete che intraprendono il viaggio verso il cuore del sistema solare, rispondendo seppur da quella enorme distanza, alla fievole ma inevitabile attrazione gravitazione della nostra stella.

cometa nel sistema solare
Foto da https://theskylive.com/3dsolarsystem?obj=c2022e3

 

Foto realizzata il 21 gennaio 2023, copyright Gergo (con permesso dell’autore, da astobin.com)

Dimensioni della cometa e sua composizione

Tutte le comete sono formate da un nucleo, una chioma e da almeno due code.

Nel caso di questa cometa, il nucleo ha un diametro di circa 1 km (per confronto, la famosa cometa di Halley ha un diametro di circa 11 km). La chioma, la parte brillante e visibile di una cometa, da cui deriva il nome stesso di cometa (dal greco kometes, “chiomato”) nasconde il nucleo perché meno luminoso e spesso formato da materiali scuri (polveri, rocce e ghiaccio di acqua, di molecole contenente carbonio, azoto ed altri elementi). In questo caso notiamo una chioma di un bel verde brillante, una coda di polveri giallastra e una coda azzurrina di gas ionizzati ben distaccata dall’altra. L’insolito colore verde sembra dovuto alla presenza di cianogeno e soprattutto di carbonio biatomico, una molecola, quest’ultima, formata da due atomi di carbonio che viene spezzata dalla radiazione ultravioletta del Sole, sempre più intensa all’avvicinamento verso il Sole, con emissione di luce verde.

La chioma, nel visibile, ha una dimensione incomparabilmente più piccola della nube di idrogeno atomico che la cinge. Visibile nell’ultravioletto, può avere dimensioni di qualche decina di milioni di km, ossia 10 volte più esteso del diametro del Sole.

Le comete mostrano almeno due code, come nel caso della nostra cometa C/2022. Una coda giallina (in altre comete può essere bianca), formata da polveri e ghiacci sublimati (cioè passati direttamente dallo stato solido a gas) che segue la traiettoria curvilinea della cometa, nella direzione opposta a quella del Sole, spinta dalla pressione della sua radiazione. La seconda coda, detta coda ionica, è formata dalle particelle di gas liberate dal nucleo, ionizzate dalla radiazione ultravioletta del Sole e tipicamente di colore azzurrino. Può raggiungere lunghezze davvero impressionanti, anche di 150 milioni di km, la distanza tra la Terra e il Sole. È facile pensare che una così lunga scia possa essere disturbata da eventi che avvengono nello spazio interplanetario.

Nella foto seguente, ripresa il 25 gennaio 2023, si vede la coda ionica della cometa C/2022 che viene perturbata nell’interazione con il vento solare e i suoi cambiamenti di velocità e di polarità magnetica. L’interazione tra questo vento perturbato e la coda è chiaramente visibile sotto forma di turbolenze che spezzano la linearità della coda stessa.

Foto realizzata il 21 gennaio 2023 da Dan Bartlett (con permesso dell’autore, da astobin.com)

 

 

 

 

 

 

 

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