Cambiamenti climatici e risorse idriche
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Questo principio fondamentale della fisica ben si adatta a spiegare in che modo l’uso massiccio di combustibili fossili sia responsabile dei cambiamenti climatici in atto, e delle loro conseguenze sul ciclo dell’acqua.
A partire dalla fine della seconda guerra mondiale (anni 1950), in pochi decenni abbiamo immesso in atmosfera enormi quantità di anidride carbonica e di gas serra. Questa cappa di gas intrappola in parte la radiazione solare riflessa dalla superficie terrestre che altrimenti si sarebbe dispersa nello spazio extraterrestre. Questo fenomeno, a tutti noto come “effetto serra”, è la causa dell’incremento globale delle temperature.
Come reagisce il sistema Terra all’effetto serra?
La Terra in qualche modo cerca di bilanciare l’eccesso di calore, facendo evaporare una maggiore quantità d’acqua. Non solo dagli oceani ma in generale da tutti gli specchi d’acqua, come laghi e bacini idrici artificiali, ma anche dal suolo, facendone evaporare l’acqua che lo imbibisce. Le conseguenze del surriscaldamento globale sul ciclo dell’acqua sono molteplici. Ad esempio un terreno destinato ad uso agricolo diventa secco più rapidamente, rendendo necessaria una maggiore frequenza di irrigazione per consentire alle colture di crescere regolarmente, facendo quindi consumare una maggiore quantità di risorsa idrica.
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Un rudimentale sistema di estrazione di acque sotterranee nel sud del Marocco. Le popolazioni delle zone aride e semiaride sono quelle oggi più minacciate dai cambiamenti in atto del regime delle piogge. crediti P. Madonia
I fenomeni atmosferici
Ad una maggiore quantità di acqua in circolazione si unisce un altro effetto legato all’aumento delle temperature atmosferiche, cioè il surriscaldamento del suolo. Questo crea un forte squilibrio termico tra la superficie della Terra e gli strati più alti della troposfera, lo strato dell’atmosfera dove avvengono i fenomeni atmosferici. La conseguenza è quella della estremizzazione di questo tipo di fenomeni: trombe d’aria, violentissimi acquazzoni, grandinate distruttive a causa delle grosse dimensioni dei chicchi. In sostanza, gli stessi processi che prima si svolgevano in maniera più lenta, e quindi più equilibrata, avvengono in maniera sempre più rapida. Questo comporta un ulteriore impatto negativo sulla disponibilità delle risorse idriche e sull’erosione del suolo.
La proprietà del suolo di lasciarsi attraversare dalla pioggia si chiama “permeabilità”. La sua dimensione fisica è quella di una velocità. Il problema quindi non è solo quanto piove, ma quanto velocemente la pioggia raggiunge il suolo. Se la pioggia cade troppo velocemente il suolo non riesce più a smaltirla tutta (facendola infiltrare e consentendo così la ricarica delle falde idriche sotterranee), ma la rifiuta causando un incremento del deflusso superficiale.
Reazioni a catena
Si innesca così una reazione a catena, con torrenti e fiumi che raggiungono portate elevate, sempre più spesso straripando e causando alluvioni, oltre che accelerare l’erosione del suolo provocando frane e smottamenti. Le falde idriche sotterranee non riescono più a ricevere la ricarica sufficiente a mantenerne l’equilibrio, diminuendo la loro capacità di immagazzinare acqua utilizzabile attraverso pozzi e sorgenti per gli utilizzi antropici.
Il depauperamento delle falde idriche diventa particolarmente critico nelle zone costiere, dove si concentra la maggior parte della popolazione mondiale e dove quindi è più elevato il fabbisogno idrico. Qui, a causa della minore pressione dell’acqua dolce delle falde, l’acqua salata del mare penetra sempre più in profondità nei terreni. Questo li rende inadatti alla coltivazione poiché l’acqua salata causa un eccessivo incremento di sali disciolti nelle acque sotterranee diventando non più utilizzabili per il consumo umano o per l’irrigazione.
Da questa catena di effetti negativi non si salvano neanche i serbatoi idrici creati dalle dighe, che in teoria potrebbero catturare e rendere disponibile la maggiore quantità d’acqua che scorre lungo la rete fluviale. A causa delle portate più elevate infatti, aumenta la capacità dell’acqua di erodere e trasportare sedimenti che si depositano a monte delle dighe provocando il rapido interramento dei laghi artificiali. Inoltre questo fenomeno rende torbida l’acqua che non può più essere trattata dai potabilizzatori per essere immessa nelle reti acquedottistiche.
Si ha così il paradosso che l’eccessiva disponibilità d’acqua ne causa una carenza.
Cambiamenti climatici e risorse idriche in Italia

La mappa delle anomalie della pioggia per l’Italia è un esempio relativo alla nostra penisola. E’ chiaro come nel nostro paese la situazione microclimatica sia fortemente perturbata. Regioni italiane caratterizzate da climi semiaridi, come la Sicilia ed il sud della Sardegna, sono state invece quelle che nell’autunno-inverno in corso hanno registrato una quantità elevatissima di pioggia.

Processi globali
Il ciclo dell’acqua è composto da una catena di processi inestricabilmente connessi a livello globale.. Globali ed omogenee devono quindi essere le misure per combatterne le alterazioni provocate dalle attività umane. Nessuna entità nazionale, o addirittura continentale, può pensare di agire disordinatamente per conto proprio. Pena l’assoluta inefficacia di qualsiasi delle azioni messe in atto.