Il 12 dicembre 1938 a Enrico Fermi fu assegnato il Premio Nobel per la Fisica.
“per la dimostrazioni dell’esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti dall’irradiazione di neutroni, e per la connessa scoperta delle reazioni nucleari provocate dai neutroni lenti”
Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre 1901. Frequentò il liceo classico Pilo Albertelli (che allora si chiamava Umberto I) e la sua precoce attitudine per la matematica e la fisica lo spinse a studiare in modo autonomo la matematica superiore in testi universitari di geometria analitica e di analisi infinitesimale.
Nel 1918 vinse una borsa di studio della Scuola Normale Superiore di Pisa dove conseguì la laurea in fisica nel 1922 discutendo una tesi sperimentale sulla formazione di immagini con i raggi X.
Nel 1923 Fermi si recò in Germania presso M. Born, e nel 1924 in Olanda presso P. Ehrenfest. Alla fine del 1924, si traferì a Firenze come professore incaricato di Fisica Matematica.
Già nel 1926 Fermi scoprì le leggi statistiche, oggi note come «statistica di Fermi», che governano le particelle soggette al principio di esclusione di Pauli (ora chiamate «fermioni», in contrasto con i «bosoni» che obbediscono alla statistica di Bose-Einstein).
La nuova statistica, che diverrà nota come statistica di Fermi-Dirac (avendola il grande fisico inglese Dirac dedotta successivamente in modo formalmente più rigoroso), fu il maggior contributo teorico di Fermi alla fisica quantistica. Con questa scoperta Fermi acquistò una notevole fama a livello internazionale. Corbino, direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Roma, riuscì a istituire una cattedra di fisica teorica, la prima in Italia, alla quale fu chiamato Fermi.
Così, nel 1926, Fermi si trasferì a Roma nell’Istituto di Via Panisperna, dove iniziò il periodo più fecondo della sua vita scientifica e dove creò un gruppo di collaboratori: Rasetti, E. Segré, E. Amaldi, B. Pontecorvo, E. Majorana. Questo gruppo di fisici è passato alla storia come “I ragazzi di Via Panisperna“.
Si occupò di problemi elettrodinamici e di indagini teoriche su vari fenomeni spettroscopici. Ma la svolta decisiva avvenne quando spostò la sua attenzione dagli elettroni esterni verso il nucleo atomico. Nel 1934 sviluppò la teoria del decadimento ß. In seguito alla scoperta da parte di Curie e Joliot della radioattività artificiale (1934), dimostrò che la trasformazione nucleare avviene in quasi tutti gli elementi sottoposti a bombardamento di neutroni. Questo lavoro portò nello stesso anno alla scoperta dei neutroni lenti.
Nel 1938, poco dopo la promulgazione in Italia delle leggi razziali, Fermi si recò a Stoccolma per ricevere il premio Nobel, conferitogli per i suoi fondamentali contributi alla fisica dei neutroni. Di lì proseguì per gli Stati Uniti dove si stabilì con sua moglie, Laura Capon, e dove fu presto nominato professore di fisica alla Columbia University, N.Y. (1939-1942).
Dopo la scoperta della fissione, da parte di Hahn e Strassmann all’inizio del 1939, vide immediatamente la possibilità dell’emissione di neutroni secondari e di una reazione a catena.
Diresse una serie classica di esperimenti che alla fine portarono alla pila atomica e alla prima reazione nucleare a catena controllata. Fu uno dei leader del gruppo di fisici del Progetto Manhattan per lo sviluppo dell’energia nucleare e della bomba atomica.
a cura di Ingrid Hunstad