Il 18 marzo 1981 l’Italia ha aderito al Trattato Antartico: un trattato che regola la presenza sul Continente Antartico ponendo i principi guida per la gestione delle attività su questo territorio.
Di chi è l’Antartide?
Il Trattato Antartico fu firmato a Washington il 1° dicembre 1959 fra i 12 Paesi scientificamente attivi in Antartide durante l’Anno Geofisico Internazionale (1957-58). Le prime Nazioni ad aderire funono: Argentina, Australia, Belgio, Cile, Francia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Sudafrica, URSS, Regno Unito USA. Il trattato è entrato in vigore nel 1961 e da allora altre Nazioni vi ahanno aderito. Attualmente le Nazioni aderenti sono 55.
Il punto fondamentale del Trattato è il riconoscimento che è interesse di tutta l’umanità che l’Antartide sia usato esclusivamente per scopi pacifici e non diventi la scena o l’oggetto della discordia internazionale. In particolare nell’art. 1 viene stabilito che l’Antartide deve essere utilizzato solo per scopi pacifici. E’ vietata qualsiasi attività di natura militare, l’esecuzione di manovre militari, nonchè il collaudo di qualsiasi tipo di armi.
Inoltre il Trattato riconosce che la libertà di ricerca scientifica e la cooperazione internazionale nelle attività scientifiche possano dare sostanziali contributi alla conoscenza.
Dal punto di vista giuridico l’Antartide è una parte del pianeta non assoggettata alla sovranità di alcuno Stato. Le precedenti rivendicazioni territoriali sono state sospese con l’entrata in vigore del trattato Antartico.
Oltre a favorire gli usi pacifici del continente, scopo del trattato è anche di assicurare, nell’interesse di tutta l’umanità, la conservazione della flora, della fauna e dell’ambiente naturale antartico.
Nel corso degli anni il Trattato è stato affiancato da raccomandazioni e altri accordi. Tra questi ricordiamo il “Protocollo sulla protezione ambientale relativo al Trattato sull’Antartide” del 1991 firmato a Madrid. Quest’ultimo, ribadendo i principi individuati nel 1959, dà vita al “Sistema del Trattato Antartico” indicando con questa espressione, l’insieme dei provvedimenti in vigore e gli strumenti internazionali ad esso connessi. Il protocollo ribadisce la definizione dell’Antartide come riserva naturale dedicata alla pace e alla scienza e stabilisce i principi applicabili alle attività umane in Antartide proibendo contestualmente qualsiasi attività relativa allo sfruttamento delle risorse minerarie, ad eccezione delle attività scientifiche.
Il Protocollo istituisce anche un un Comitato per la Protezione Ambientale, un organo permanente con la funzione di fornire pareri alle Parti e formulare raccomandazioni circa l’attuazione del Protocollo stesso.
Il cuore di tutto il “Sistema” resta comunque quello individuato nel Trattato: la collaborazione scientifica nei programmi in Antartide, caratterizzati anche dallo scambio di personale scientifico tra spedizioni e stazioni di Nazioni diverse, al fine di proteggere il Continente Antartico e renderlo un luogo dedicato alla pace e alla scienza.
a cura di Silvia Pau