di Lili Cafarella e Giovanni Benedetti
Giovanni è arrivato in base il 30 ottobre, insieme a Stefano. Sono i primi due INGV-ini che arrivano presso la base Mario Zucchelli.
Giovanni si occuperà dell’osservatorio geomagnetico che si trova in prossimità della base. Tra qualche giorno, quando arriverà Paolo, si sposterà a Concordia, per occuparsi dell’altro osservatorio geomagnetico che si trova lì, gestito in collaborazione con i colleghi francesi.
L’osservatorio geomagnetico a Mario Zucchelli è costituito da alcuni piccoli locali realizzati con materiali amagnetici, posizionati su una splendida altura, da cui si gode una vista meravigliosa su tutta la baia, non a caso denominata OASI.

Perché due osservatori geomagnetici in Antartide?
Come abbiamo visto in precedenti post (questo e questo), la Terra ha un campo magnetico. Il campo magnetico terrestre, nasce a oltre tremila chilometri sotto i nostri piedi e si estende per decine di migliaia di chilometri intorno a noi. Lo possiamo immaginare come un guscio che circonda il nostro pianeta confinato in una regione, la magnetosfera. Questo guscio riesce a deviare il micidiale vento di particelle proveniente dal sole, proteggendo l’acqua, l’aria e la vita sul nostro pianeta.
Ma la magnetosfera è un sistema complicato che interagisce con il campo magnetico trasportato dal vento solare. In particolare, esistono due regioni in cui questa interazione si fa sentire di più: gli ovali aurorali e le polar cap, all’interno degli ovali aurorali. Queste zone, che si trovano in corrispondenza dei poli, sono ritenute delle vere e proprie finestre dalle quali osservare l’interazione (elettromagnetica) tra il Sole e la Terra e dove avvengono interessanti fenomeni, che hanno luogo solo in queste privilegiate aree terrestri.

I due osservatori geomagnetici, quello costiero e quello all’interno del continente antartico, si trovano proprio dentro una delle due finestre solari, come è facile vederli nella figura che segue. Durante l’inverno australe, oltre a collezionare dati preziosi, è possibile vedere le meravigliose aurore polari.

I dati raccolti in questi osservatori quindi, sono unici. Si trovano, come abbiamo visto, in punti strategici. Gli osservatori geomagnetici in Antartide inoltre sono veramente pochi.

Dai dati provenienti da questi osservatori si ottengono molte informazioni sul campo magnetico terrestre, sullo stato del sole e sulle interazioni tra la magnetosfera e il vento solare. Informazioni uniche e preziose!
Il lavoro di Giovanni, Paolo e Laura (che arriverà in base a gennaio per dare il cambio a Paolo) è quello di effettuare la manutenzione alla strumentazione degli osservatori che, viste le condizioni ambientali (con temperature intorno ai -50oC), si deteriora rapidamente.

Il loro compito è anche quello di effettuare quotidianamente delle importanti misure di riferimento per tutto l’osservatorio, quello della declinazione e inclinazione magnetica, esattamente come fatto dai primi scienziati esploratori, già oltre un secolo fa, in queste aree remote del nostro pianeta.

I dati sono inviati in Italia, alla sede centrale di Roma, in tempo reale. In caso di tempesta magnetica o di eventi straordinari quindi, i ricercatori hanno a disposizione, oltre ai dati degli osservatori italiani, anche quelli provenienti dall’Antartide, per un utile ed importante confronto.


In copertina: OASI, foto di S. Urbini, ©PNRA