Il sole “smacchiato”

Ci troviamo ad un minimo di attività solare e gli studiosi hanno osservato per tutto il mese di febbraio 2019 un sole senza macchie solari. Cosa significa?

di Domenico Di Mauro

Gli amanti del pulito possono gioire: dopo oltre 10 anni, per la prima volta e per un intero mese, il febbraio scorso, sul Sole non sono apparse macchie.

Scherzi a parte, gli studiosi registrano questo fatto come una normale evoluzione del ciclo di attività della nostra stella, nel passaggio da un minimo (in cui ci troviamo in questo momento) ad un massimo di attività, anche se questo periodo risulta prolungato (35 giorni!) e l’attività solare è più bassa del solito. Nel passato minimi così bassi sono già stati osservati, anche guardando solo gli ultimi 30 anni. Recentemente è comparso sul disco solare un raggruppamento di 7 macchie di piccole dimensioni (qualche decina di milioni di km quadrati!) che, dal 7 marzo, giorno di prima apparizione, sono andate man mano scemando nei giorni successivi. Stiamo per chiudere il ciclo numero 24 e aprire il 25-esimo, passando per l’appunto per un minimo di attività. 

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Numero di macchie solari per gli ultimi 6 cicli. Ci troviamo in prossimità del minimo dell’ultimo ciclo, il ciclo solare 24. Silso graphics, Royal Obs. of Belgium, 2019 March 1

Le macchie solari erano già note nell’antichità (ad esempio ai Cinesi, almeno dal I sec. a. C.) ma fu Galileo il primo ad effettuarne l’osservazione sistematica avvalendosi del telescopio. Oggi sappiamo che le macchie solari non sono altro che concentrazioni di campo magnetico così intense da inibire il trasporto di plasma negli strati più “superficiali” della stella, risultando quindi più fredde e di conseguenza più scure rispetto alle regioni circostanti.

sole senza macchie e con macchie

Disco solare al 12 Marzo 2019 (a sinistra): il disco solare appare completamente libero da macchie. Siamo ad un minimo di attività solare. A destra, disco solare al 12 Marzo 2013, al massimo dell’attività solare. Sono ben visibili alcune macchie solari (Immagine da: Helioviewer/NASA/SDO)

La presenza di macchie sul disco solare è addirittura osservabile ad occhio nudo, con le opportune protezioni del caso, da adottare sempre quando si guarda direttamente il Sole. La comparazione tra un minimo e un massimo di attività ci svela dunque un fatto importante: la nostra stella diventa più attiva (magneticamente e non solo) ogni 11 anni circa, innescando importanti fenomeni di eiezione di energia sotto forma di radiazioni e particelle che possono raggiungere il nostro pianeta, e dare a loro volta origine ad altri fenomeni quali ad esempio le  tempeste geomagnetiche.

sole senza macchie e con macchie
Zone di attività solare: a sinistra 10 marzo 2019, a destra 10 marzo 2013. (Immagini da: Helioviewer/NASA/SDO)

Volete curiosare tra le immagini acquisite dagli osservatori sull’attività del sole? Collegatevi allora al centro di osservazione solare! Lo spettacolo offerto dalla nostra stella è veramente affascinante.

I sistemi tecnologici a terra (navigazione aerea e terrestre, impianti di distribuzione dell’energia elettrica, etc.) e nello spazio circumterrestre (satelliti commerciali e scientifici, stazioni scientifiche orbitanti con personale a bordo) possono subire notevoli danni durante le tempeste magnetiche, oltre a rappresentare un serio rischio di esposizione a pericolosissime (potenzialmente letali) radiazioni per gli equipaggi spaziali.  

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L’attività solare viene identificata con il numero di macchie solari: tanto maggiore è il numero di macchie, tanto il sole è più attivo. Nel grafico è riportato il numero di macchie solari a partire dal 1600, proprio ai tempi delle prime osservazioni sistematiche introdotte da Galileo Galilei

Nel corso degli ultimi quattro secoli le osservazioni sul numero di macchie solari hanno registrato notevoli variazioni con un lungo periodo, tra il 1645 e il 1715, in cui non furono (quasi) mai osservate. Tale periodo è noto come minimo di Maunder. Incidentalmente tale periodo è in parte coinciso con la piccola era glaciale avvenuta tra il 1500 e il 1840, un intervallo temporale in cui nell’emisfero nord del nostro pianeta si registrò un notevole abbassamento delle temperature medie. Vi sono dipinti che ritraggono il fiume Tamigi a Londra completamente ghiacciato e la gente che organizza delle fiere sul ghiaccio del fiume.

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Abraham Hondius (c.1625–1691): A Frost Fair on the Thames at Temple Stairs, Londra

Si potrebbe pensare che la mancanza di macchie solari che stiamo osservando oggi, considerando anche il fatto che l’attività del ciclo solare 24 è stato molto bassa rispetto alle precedenti, possa innescare una nuova piccola era glaciale. In realtà non vi è evidenza chiara che questa attività solare influenzi il nostro clima, come già illustrato in questo post. Quello che possiamo dire con certezza è che quello che sta succedendo al Sole è già stato ampiamente osservato nel passato. Le conoscenze scientifiche che abbiamo acquisito sulla nostra stella ci permettono di affermare che ciò che osserviamo rientra pienamente nel suo ordinario mutamento nel tempo.