Come si è comportato l’ozono antartico nel 2020?
di Giovanni Muscari
Si è appena conclusa una stagione di forte distruzione di ozono stratosferico, con la chiusura del buco dell’ozono antartico. Quest’anno è stato un buco particolarmente esteso, profondo e duraturo.
L’ozono antartico
Ogni anno, da agosto ad ottobre, si verifica un fenomeno noto come “buco dell’ozono”, che ha cadenza stagionale per cui si forma un buco sopra l’Antartide che aumenta in dimensioni raggiungendo il suo massimo verso gli inizi di ottobre per poi ridursi nuovamente fino a chiudersi verso metà dicembre (ne abbiamo parlato qui).
La variabilità interannuale dell’estensione del buco è principalmente determinata dell’intensità del vortice polare che imperversa sopra l’Antartide in inverno e primavera (c’è anche in Artide! Ne parliamo qui) e che si forma a causa della rotazione terrestre e della forte differenza di temperatura tra le regioni polari e le medie latitudini. L’uomo ci ha poi messo lo zampino. A causa delle emissioni antropogeniche di CloroFluoroCarburi (CFC) il vortice polare è diventato, a partire dagli anni ’80, il contenitore in cui avviene la forte distruzione di ozono.
Negli ultimi decenni si è verificato tutti gli anni a partire dal mese di Agosto, quando il sole torna ad illuminare la regione antartica, fino approssimativamente ai primi di Dicembre, mostrando un minimo nel contenuto di ozono in stratosfera nel mese di Ottobre.
Le osservazioni degli ultimi anni
Nel 2019 avevamo assistito alla creazione di un buco piuttosto anomalo grazie al quale la distruzione stagionale sopra l’Antartide era stata particolarmente ridotta e di breve durata a causa di particolari condizioni meteorologiche.
Le osservazioni da terra e da satellite mostrano invece che nel 2020 il buco ha raggiunto valori record per estensione, profondità e durata, raggiungendo la sua massima estensione il 2 Ottobre (figura 1).

Si è chiuso solo alla fine del mese di Dicembre dopo aver fatto registrare valori al di sopra della media sin dalla metà di Novembre.
Le caratteristiche nei grafici
Le caratteristiche del buco antartico del 2020 sono ben riassunte nei grafici riportati in basso nelle figure 2 e 3 (NASA Ozone Watch) dove si vede l’eccezionalità del buco del 2020 nelle sue dimensioni e nella durevolezza.


Nel 1987 a Montreal è stato stipulato il primo accordo internazionale per bandire la produzione di CFC. Negli ultimi anni si è cominciato finalmente ad osservare una riduzione di questi gas in atmosfera. Le proiezioni per il futuro indicano un ripristino completo dello strato di ozono nelle aree polari entro l’anno 2060.
Ulteriori informazioni si possono trovare su https://atmosphere.copernicus.eu/ozone-monitoring
Per approfondire:
- Il buco nello strato di ozono? E’ ancora in splendida forma
- Il buco dell’ozono sull’Antartide a novembre 2019
- Il buco dell’ozono e l’Artide