Frammenti di geologia: rock texture
Quello che vedete in foto è un particolare di un blocco di roccia utilizzato nella scogliera frangiflutti al castello di Santa Severa, lungo la costa del Lazio settentrionale. ⠀
Quando incontriamo il termine texture immediatamente pensiamo a qualcosa appartenente al campo della moda e quindi agli abiti che potremmo indossare. Oppure parlando di texture si potrebbe pensare a qualcosa legato al mondo dell’architettura e quindi alle pareti delle nostre case, ai rivestimenti o ai pavimenti.
In realtà di texture si può parlare anche a proposito di rocce, per indicarne la struttura e la tessitura, che possono dar luogo anche a motivi grafici d’effetto come nel caso di quella mostrata in foto. Qui la roccia, un calcare marnoso di colore da beige a grigio chiaro, è caratterizzata da un reticolo di fratture posizionate secondo due set pressoché ortogonali. Lungo la superficie delle fratture si notano sfumature di colore che virano al rosso, dovute alla deposizione di ossidi di Ferro legati alla circolazione di fluidi mineralizzati lungo le superfici delle fratture stesse.⠀L’effetto visivo che ne risulta è gradevole e può dare origine a motivi ornamentali come quelli che contraddistinguono la cosiddetta “pietra paesina“.
La pietra paesina ha infatti valore commerciale ed è conosciutissima a livello mondiale sotto diverse denominazioni: Landscape Stone, Landschaftsmarmor, Florentine Marble, Paésine. Fu utilizzata come pietra colorata già dagli Etruschi e dai Romani; il maggiore impulso all’utilizzo della pietra paesina si ebbe comunque a partire dal XV secolo ad opera dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, con il taglio in lastre sottili poi sottoposte a lucidatura ed utilizzate per piani di tavoli intarsiati e per basi di dipinti a tema paesaggistico.
Per approfondire:
Alcune considerazioni sulla pietra paesina di G. Civitelli, R. Funiciello, S. Lombardi
La pietra paesina di M. Pantaloni
Foto di L. Sagnotti