Una finestra sul mantello terrestre: le lave del Volcan del Cuervo
Nel parco del Timanfaya a Lanzarote antichi coni vulcanici e colate di lava rivelano tesori nascosti come gli xenoliti, offrendo una rara finestra sul mantello terrestre e sui segreti di eruzioni secolari
Un paesaggio surreale
Immagina di trovarti alla guida di un’auto su una strada circondata da un terreno brullo e roccioso, con paesaggi che ricordano una landa lunare. Davanti a te si ergono imponenti formazioni di lava solidificata, create dalle eruzioni vulcaniche secolari. La terra è di un colore che varia dal nero intenso al rosso arancione. In lontananza, si intravede la silhouette dei coni vulcanici che punteggiano l’orizzonte, creando una vista spettacolare e surreale. Il cielo è di un blu intenso, contrastando magnificamente con i colori della terra vulcanica.

Paesaggio immaginario o reale?
Potrebbe sembrare la descrizione di un mondo fantastico, ma ci troviamo nel parco del Timanfaya a Lanzarote (Spagna), un ambiente vulcanico straordinario, caratterizzato da antichi coni vulcanici, colate di lava e crateri spettacolari.
Gran parte del paesaggio che osserviamo oggi è il risultato di un’eruzione vulcanica che si è verificata tra il 1730 e il 1736, un’eruzione che durò ben 6 anni! una delle più significative nella storia delle Canarie. Durante questo periodo, la terra si spaccò aprendo fessure gigantesche da cui fluirono lava e cenere, trasformando radicalmente e per sempre il panorama dell’isola.
Nel complesso vulcanico di Timanfaya, risultato di queste eruzioni, c’è un vulcano molto affascinante, che ci offre addirittura una finestra sul mantello terrestre.
Si tratta del Volcan del Cuervo, conosciuto anche come la Caldera de Los Cuervos.

Qui, tra i depositi di lava, possiamo trovare un tesoro: gli xenoliti.
Gli xenoliti: frammenti del mantello terrestre
Gli xenoliti sono rocce o minerali che vengono incorporati in una roccia durante il suo processo di formazione, ma che non fanno parte della composizione originaria di quest’ultima. In altre parole, sono “estranei” (da cui il prefisso “xeno-“, che significa “straniero” o “estraneo” in greco) rispetto alla roccia in cui si trovano.
Nelle rocce magmatiche, gli xenoliti sono frammenti di roccia che vengono inglobati dal magma o dalla lava durante la loro risalita verso la superficie terrestre. Questi frammenti provengono spesso dalla crosta terrestre ma anche dal mantello e, una volta inglobati, rimangono intrappolati all’interno della roccia magmatica che si forma quando il magma si solidifica. Per questo motivo, questi minerali sono più comuni nelle rocce ignee, come il basalto e il granito.
Nelle immagini che seguono sono visibili frammenti di roccia color verde oliva (roccia ultramafica), inclusi in una roccia nera (roccia basaltica). Questi frammenti provengono direttamente dal mantello terrestre e sono composti prevalentemente da aggregati di minerale Olivina (Dunite) ed in alcuni casi da aggregati di Olivina ed in percentuale minore Pirosseno e Spinello (Hasburgite). Entrambe le rocce appartengono alla famiglia chiamata peridotiti.


L’importanza scientifica di queste osservazioni
Lo studio degli xenoliti è di grande importanza in geologia perché fornisce informazioni preziose sulla composizione e sui processi che avvengono nelle profondità della Terra, in particolare nella crosta terrestre profonda e nel mantello.
Tra gli studi che vengono condotti dagli scienziati sugli xenoliti inclusi nelle lave vi sono quelli effettuati allo scopo di ottenere informazioni sulla velocità minima con cui il magma risale che è quella necessaria per trascinarli in superficie.
Inoltre, esaminando la composizione chimica di queste rocce ultramafiche e la distribuzione dei minerali che le compongono, è possibile ottenere un’importante risorsa per comprendere la natura e lo sviluppo del mantello terrestre, altrimenti inaccessibile.
Esistono altri luoghi che offrono una finestra sul mantello terrestre? Certamente sì e tra questi ci sono le isole Hawaii.
