La Fontana di Trevi e la pietra di Roma

Il travertino per le sue caratteristiche fisico-meccaniche è una roccia carbonatica che è stata utilizzata in diversi periodi artistici per la produzione di opere uniche che caratterizzano la città di Roma, tra queste la Fontana di Trevi

di Chiara Caricchi e Luca Aldega

Vi ricorderete tutti la scena più iconica del cinema italiano del XX secolo, stiamo parlando del bagno nella fontana di Trevi di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni nel film La dolce vita di Federico Fellini.

La fontana di Trevi, che diventa anch’essa protagonista del film, è la più nota delle fontane romane e meta di numerosi turisti da tutto il mondo che si fermano ad osservare la sua scenografica monumentalità.

Fontana di Trevi

La fontana è la mostra terminale dell’acquedotto dell’Acqua Vergine (Aqua Virgo), unico degli acquedotti antichi ininterrottamente in uso fino ai nostri giorni (oltre 2000 anni) risalente al 19 a.C., periodo dell’impero di Augusto. Opera dell’architetto Agrippa che con un acquedotto sotterraneo lungo quasi venti chilometri, fece arrivare l’acqua dal bacino di Salone fino a Campo Marzio per alimentare le terme.

La fontana era già presente nel Medioevo ma il monumento che possiamo osservare oggi, risale alla prima metà del 1700 quando papa Clemente XII commissionò l’architetto Nicola Salvi per la sua realizzazione.

Da che materiale è costituita la Fontana di Trevi?

Al di là della bellezza architettonica, ciò che ci interessa osservare in questo ambito è il materiale con cui la fontana è stata costruita.

Guardandola da vicino possiamo notare che per la maggior parte è costituita da travertino.

Dettaglio della fontana

Il travertino è una roccia sedimentaria di natura carbonatica. Si forma in ambienti continentali di acqua dolce dove processi di natura chimica e biochimica portano alla precipitazione di calcite e aragonite da acque ricche in bicarbonato di calcio (per oltre il 95% dei costituenti in peso). I processi più frequenti sono:

  • rapida vaporizzazione di acqua (fiumi, cascate, acque termali);
  • stillicidio di acque sature di carbonato di calcio e loro evaporazione (grotte);
  • precipitazione biochimica per presenza di feltri organici (muschi, batteri, funghi).

A seconda della tipologia del processo ed ambiente di formazione i travertini hanno diverse tessiture.

Dettaglio del travertino per apprezzare la sua tessitura
Dettaglio del travertino per apprezzare la sua tessitura (Chiara Caricchi, INGV RM)

Da dove proviene il travertino impiegato nei monumenti romani?

Il travertino impiegato nella costruzione della fontana di Trevi, ed anche in molti altri monumenti di Roma, proviene da aree limitrofe alla capitale.

L’area più conosciuta è quella delle Acque Albule nei pressi di Tivoli, a 25 km dalla città di Roma ed ai piedi dei Monti Tiburtini, dove il travertino (Lapis Tiburtinus) è stato estratto per più di due millenni. L’affioramento del travertino nella cava ha un’estensione di circa 20 km2 ed uno spessore medio di 60 m.

Immagine delle Acque Albule (google earth vojager)
Immagine delle Acque Albule (google earth vojager)
Dettaglio del Travertino nell’area delle cave (Albarubescens)
Dettaglio del Travertino nell’area delle cave (Albarubescens)

Come si è formato il travertino in questa area?

Geologicamente ci troviamo nel settore più interno dell’Appennino Centrale e più in particolare nel margine tirrenico caratterizzato da ridotto spessore della litosfera (crosta + parte del mantello superiore a comportamento rigido), vulcanismo e bacini estensionali bordati da faglie dirette.

In particolare il bacino delle Acque Albule è una depressione morfologica che si trova a 70 m di altitudine, interessata da una lenta e continua subsidenza che ha permesso la deposizione in ambiente lacustre di carbonato di calcio.

Nel dettaglio, il deposito di travertino si è evoluto durante il tardo Pleistocene, tra circa 115 e 30 mila anni fa. E’ stato caratterizzato da una alternanza di fasi di erosione e deposizione legate alle fluttuazioni del livello delle acquee sotterranee (falda freatica) nel bacino delle Acque Albule. Probabilmente oscillazioni climatiche, da freddo a caldo e da umido a secco, hanno contribuito alla variazione della quantità di acque sotterranee e quindi ai cicli deposizionali ed erosionali del travertino.

Oltre alle condizioni climatiche altri fattori, come le deformazioni legate alle faglie che bordano il bacino ed eventi vulcanici (attività Colli Albani), possono aver modulato la deposizione del travertino.

Perché il travertino è una pietra molto diffusa nella costruzione dei monumenti di Roma?

Il travertino è una roccia che si lascia scolpire e sagomare con facilità, è facilmente lucidabile e si mantiene nel tempo essendo resistente agli agenti atmosferici. Tutte queste caratteristiche lo rendono molto valido da un punto di vista costruttivo tanto da essere stato utilizzato per la costruzione di diversi monumenti della città di Roma nei diversi periodi storici dall’epoca romana fino ai giorni nostri (Giampaolo e Aldega, 2013).


Per approfondire

Giampaolo C. e Aldega L. (2013) Il travertino: la pietra di Roma

Faccenna et al. (2008) Late Pleistocene depositional cycles of the Lapis Tiburtinus travertine (Tivoli, Central Italy): Possible influence of climate and fault activity. Global and Planetary Change 63 (2008) 299–308


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