La circolazione oceanica

L’oceano è un unico sistema interconnesso e anche la circolazione è globale. Wallace S. Broecker è uno degli scopritori della circolazione termoalina, il cosiddetto “nastro trasportatore” per cui le masse d’acqua coinvolte trasportano sia energia (sotto forma di calore) che materiali (sostanze disciolte come nutrienti, plancton, gas e particelle).

Il fatto che questi fattori siano interconnessi e collegati globalmente dalla circolazione oceanica fa si che  questa influenzi significativamente sia il clima terrestre che la biologia marina.

Il motore della circolazione oceanica è dato da vari fattori:

  • dalle differenze di temperatura e salinità delle masse d’acqua (quindi di densità)
  • dai forzanti atmosferici (come abbiamo visto nella scheda n° 2/2021)
  • dalla forza di Coriolis: la rotazione terrestre imprime una deviazione sia sulle masse d’aria che sulle masse oceaniche.

Ogni anno finiscono nel mare 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici di diverso tipo come reti, posate, bottiglie, piatti, sacchetti. Di questi il 30% resta in superficie mentre il 70% finisce sui fondali marini. I rifiuti che rimangono in superficie, attraverso l’azione delle correnti oceaniche, si raccolgono in grandi isole, le famigerate isole di plastica in corrispondenza dei grandi vortici oceanici. Nell’Oceano Pacifico se ne trovano 2 di cui una, segnalata già all’inizio degli anni ’70, grande quanto la penisola iberica. Ce ne sono poi 2 anche nell’oceano Pacifico e 1 nell’Oceano Indiano. Una grande isola di plastica si sta formando anche nel Mediterraneo, tra l’isola d’Elba e la Corsica.

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Approfondimento: la forza di Coriolis

Si tratta di una forza apparente (non di una forza vera e propria) che agisce sullo spostamento di corpi, masse d’aria, masse d’acqua, etc. che si spostano all’interno di un sistema di riferimento rotante, come la Terra, imprimendo una rotazione verso destra nell’emisfero Nord e una rotazione verso sinistra nell’emisfero Sud. Questo accade perché un punto posto sulla superficie terrestre all’equatore si sposta più velocemente rispetto ad un punto posto ai poli.

Per capire questo concetto si può fare un semplice esperimento.

ESPERIMENTO 

Occorrente: tre bambini, una palla, una giostra girello.

occorrente per eseguire l'esperimento: 3 bambini, una giostra, una palla

Due bambini dovranno sedersi sulla giostra e il terzo sarà l’osservatore a terra

Due bambini saliranno sul girello seduti uno di fronte all’altro e inizieranno a girare. Uno dei due bambini sul girello dovrà tirare la palla dritto davanti a sé, come per lanciarla all’altro bambino. La palla, vista dai bambini seduti sul girello, sembrerà percorrere una curva mentre vista dal bambino a terra, seguirà una traiettoria dritta. In ogni caso i lanci non raggiungeranno l’altro bambino perché la piattaforma continuando a ruotare durante e dopo ogni lancio farà sì che il bambino destinatario della palla si sposti di un certo spazio prima di riceverla.

La Terra, col suo moto rotatorio, è come una gigantesca giostra. L’asse terrestre può essere paragonata al perno attorno al quale ruota. Per questo a seconda del punto della Terra (latitudine) in cui ci troviamo abbiamo una diversa velocità di rotazione.


 

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